Manzóni, Pièro

artista italiano (Soncino, Cremona, 1933-Milano 1963). Dopo aver aderito alla pittura materica informale (per esempio nella serie degli Achromes, quadri monocromi bianchi realizzati con caolino su tela grinzata), fu nel 1959 tra i fondatori del gruppo “Azimuth” e iniziò a proporre una serie di opere provocatorie richiamandosi alla carica eversiva delle avanguardie storiche, soprattutto del dadaismo. Il suo è un genere di pittura oggettuale, precorritrice delle successive correnti dell'arte povera e persino di alcune correnti concettuali, cui si collegano alcune sue opere famose come: le “linee senza fine”, racchiuse in cilindri firmati e datati o i discussi barattoli escrementizi, anch'essi numerati, firmati e datati (Scatole-linee, 1959-60; Merda d'artista, 1961); i palloncini gonfiati (Corpo d'aria e Fiato d'artista, 1960); le “sculture viventi”, persone vere firmate, e le “impronte”, lasciate dall'artista su uova sode. Il riferimento concettuale è simile a quello dei ready mades di M.Duchamp e racchiude la volontà di Manzoni di demistificare il concetto dell'arte e di palesarne l'inesprimibilità. Nel 1991 a Parigi, a Copenaghen e a Madrid è stata presentata una retrospettiva dell'artista che raccoglieva 150 opere.

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