Martí, José

uomo politico, scrittore e giornalista cubano (L'Avana 1853-Dos Ríos 1895). Figlio di spagnoli, cospirò fin da giovanissimo per l'indipendenza di Cuba. Confinato in Spagna, vi pubblicò diciottenne il suo primo libro, El presidio político en Cuba. Visse quindi nel Messico (1875-76), nel Guatemala, a Cuba in un breve periodo di amnistia (1878), a Parigi, nel Venezuela e a New York (dal 1881), senza cessare mai di cospirare e di scrivere (articoli giornalistici, saggi politici, versi, prose, vasto epistolario) per l'indipendenza dell'isola natia. Sbarcato a Cuba alla testa di un gruppo di partigiani, Martí venne ucciso in combattimento, a 42 anni, dai compatrioti di suo padre, tre anni prima del trionfo della libertà cubana. Spirito mazziniano, limpido e ardente, Martí scrisse come visse. Molto colto, al corrente delle ultime esperienze letterarie europee e nordamericane (dai simbolisti a Whitman ed Emerson), compose liriche apparentemente semplici, a volte quasi cantabili, ma sempre dense, intense, profondamente sentite, e in forme nuove e ardite, per cui a buon diritto viene considerato uno dei fondatori del modernismo ispano-americano (Versos libres, 1878-82; Ismaelillo, 1882; Versos sencillos, 1891). Né meno importante è la copiosa produzione in prosa: articoli giornalistici, saggi politici e critici, il magnifico epistolario, una sorta di romanzo (Amistad funesta, 1885) e il proverbio drammatico Amor con amor se paga (1875). Come scrittore e come patriota, Martí è figura chiave della storia di Cuba.

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