Millet, Jean-François

pittore francese (Gruchy 1814-Barbizon 1875). Di famiglia contadina, dopo aver ricevuto una prima educazione artistica a Cherbourg, nel 1837 si recò a Parigi, dove fu allievo di P. Delaroche. Esordì con una serie di ritratti e con dipinti su soggetti mitologici di vena romantica (Offerta a Pan, Montpellier, Musée Fabre). Nel 1847 entrò in contatto con i pittori di Barbizon e, sensibile anche alle idee democratiche affermatesi nel 1848, mutò stile e temi per dedicarsi a una pittura ispirata a un fermo e sostanzioso realismo, che, nel fare del mondo contadino il proprio protagonista, rispondeva a un manifesto intento sociale e umanitario. Nel 1849 si ritirò a Barbizon dove dipinse i suoi capolavori, caratterizzati da un'estrema sobrietà compositiva e dal vigore plastico delle figure (Il seminatore, 1850, Boston, Museum of Fine Arts; Le spigolatrici, 1857, e L'Angelus, 1858-59, entrambi al Musée d'Orsay). Dopo il 1863, sotto l'influsso di Th. Rousseau, si interessò soprattutto al paesaggio (La chiesa di Gréville, 1874, Parigi, Musée d'Orsay) e produsse anche una serie di opere a pastello con risultati quasi impressionistici (Primule, 1868, Boston, Museum of Fine Arts).

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