Molander, Gustaf

attore drammatico e regista cinematografico svedese (Helsinki 1888-Stoccolma 1973). Figlio del drammaturgo e regista Harald (Stoccolma 1858-1900), che aveva svolto un'azione innovatrice sulle scene di Helsinki e di Stoccolma, esordì sulle scene nel 1909 e dal 1913 al 1926 agì al Teatro drammatico di Stoccolma: fino al 1921 come interprete di un repertorio soprattutto classico, specie shakespeariano, dal 1922 come direttore dell'annessa scuola di recitazione, presso cui ebbe per allieva Greta Garbo. Dal 1916 al 1919 sceneggiatore e assistente di V. Sjöström e di M. Stiller, si dedicò dal 1920 all'attività di regista cinematografico, prediligendo la commedia borghese tradizionale o sofisticata. Ma le opere che di lui si ricordano sono di diverso stampo: I pirati della Malesia (1923), fresco racconto per ragazzi; L'ultima notte (1931), dramma di tensione sulla guerra civile in Finlandia nel 1918; Intermezzo (1937), che lanciò la Bergman; Ordet (1943), prima versione, interpretata da Sjöström, del testo di K. Munk poi ripreso da Dreyer; La donna senza volto (1947) ed Eva (1948), su scenario di Ingmar Bergman, che proprio Molander introdusse nel cinema, e, infine, Il canto del fiore scarlatto (1956), rifacimento a colori del film con stesso titolo da lui sceneggiato per Stiller nel 1918. § Karin, nata Edwertz (Mölnbo 1890-?), sua moglie in prime nozze, si affermò sulle scene e, in un repertorio brillante, sugli schermi con registi come Sjöström e Stiller. Nel 1925 si trasferì a Hollywood con il secondo marito, l'attore Lars Hanson, ma dal 1929 al 1936 recitò ancora al Teatro drammatico di Stoccolma, affrontando personaggi come Desdemona e Maria Stuarda.

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