Moròvich, Enrico

scrittore italiano (Fiume 1906-Lavagna 1994). Lasciata la città d'origine nel 1950, cominciò una vita errabonda: Napoli, Lugo di Romagna, Pisa, Viareggio, fino all'approdo definitivo di Genova. Dotato di grande felicità inventiva, cominciò presto a pubblicare racconti su varie riviste (Solaria, Omnibus, Il caffè) e a collaborare a quotidiani (Il Messaggero, Il Mondo, La Nazione). Molto apprezzato dalla critica negli anni Trenta e Quaranta, fu poi a lungo dimenticato. Solo a partire dagli anni Ottanta le sue narrazioni come “tele sobrie, secche, prive di colori, di sfumature, di commenti” (Contini) sono state riscoperte e ripubblicate: Miracoli quotidiani (1988), I giganti marini (1990), Il baratro (1990), Piccoli amanti (1990), Non era bene morire (1992). Nel 1993 ha dato alle stampe Un italiano di Fiume, raccolta di appunti, giudizi, ricordi leggibili come cronaca di una vita. Tra le ultime opere sono da ricordare il romanzo di tono insolitamente fumettistico La caricatura (1994) e i racconti Contadini sui monti pubblicato postumo (1995).

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