Generalità

Città (362.812 ab. nel 1997) del Giappone, capoluogo della prefettura omonima, 30 km a E di Ōsaka, nodo stradale e ferroviario sulla linea Ōsaka-Nagoya. È un frequentato centro turistico e meta di pellegrinaggi, sede di industrie alimentari e tessili. Università (1908) e numerosi musei.

Arte: i templi

Il nome della città, che fu la prima capitale permanente del Giappone dal 710 al 784, designa anche il periodo storico e artistico (645-794) subito precedente a quello Heian, con il quale costituisce il momento più alto della civiltà giapponese. Fondata nel 710 dall'imperatore Gemmyō, Nara (nei primi 18 anni si chiamò Heijō-Kyō) fu la terza capitale dopo quella Naniwa e Fujiwara (da quest'ultima città furono trasferiti e riedificati a Nara numerosi templi: Kōfuku, Yakushi, ecc.), realizzata sui modelli planimetrici dell'antica capitale cinese di Ch'ang-an. Dei numerosi complessi di templi e monasteri buddhistici che sorsero allora entro e fuori della città, alcuni edifici sono pervenuti nelle loro originarie strutture; altri appartengono a ricostruzioni posteriori, basate tuttavia sulla riproduzione fedele delle forme antiche. Oltre alla documentazione architettonica, questi complessi conservano inestimabili tesori d'arte (pitture, sculture, lacche, ceramiche, bronzi, tessuti, armi e armature, ecc.) che costituiscono la parte più importante del patrimonio artistico nazionale. Dei templi trasferiti a Nara da Fujiwara si ricorda quello di Yakushi-ji (ji, tempio), con la struttura originaria della “pagoda orientale” (680) a tre piani, mentre del periodo Kamakura e del sec. XVII sono rispettivamente le ricostruzioni della “Sala Orientale” (dove figura la celebre scultura in bronzo di Kudara Kwanon) e della “Sala Principale” o Kondō (che accoglie il grande bronzo della Triade del Buddha Yakushi, sec. VII-VIII); altri capolavori della scultura di Nara sono conservati nella “Sala delle Prediche” (un dipinto su seta del medesimo periodo e raffigurante Kichijōten è nella “Sala dell'Orma del Buddha”, così chiamata perché vi si custodisce una copia incisa, del 752, di siffatta impronta). Dei templi costruiti a Nara il più importante complesso è quello del Tōdai-ji, edificato nel 745, ma nella maggior parte dei suoi edifici rifatto in epoche posteriori. Anche in questo figurano numerosi capolavori di scultura, come la statua bronzea di Vairocana (740-752) rifatta in tutta la parte superiore in periodo Edo nella “Sala del Grande Buddha” (Daibutsu-de) e le sculture in legno eseguite dai due maggiori artisti dell'epoca Kamakura, Unkei e Kaikei (sec. XII-XIII), nelle nicchie del “Portale d'ingresso meridionale” (Naindamon) ricostruito nel 1199; sculture in lacca secca e altre in argilla sono nella cosiddetta “Sala della terza luna” (Hokkedō); mentre nella “Sala del Fondatore” dedicata al monaco Rōben, oltre a numerose statue, figurano importanti esemplari di maschere per teatro. Famoso edificio del tesoro del Tōdai-ji è quello chiamato Shōsōin (deposito), costruito alla fine della prima metà del sec. VIII per custodire le raccolte degli oggetti rituali donati al tempio. Anche il Kōfuku-ji (che fa parte della serie chiamata dei “sette grandi templi di Nara”) fu rifatto più volte dopo la sua prima edificazione nel sec. VIII; i suoi più importanti edifici risalgono ai periodi Kamakura (documentato anche da opere di scultura dovute agli artisti Kōkei, Jōkei e Kōben), Muromachi (la “Grande Sala Orientale” e la pagoda a cinque piani) ed Edo (“Sala Meridionale”). Nel Tōshōdai-ji (759) sussistono infatti vari edifici primitivi, come la “Sala Principale” (Kondō) e la “Sala delle Prediche” (Kōdō) dove si conservano opere antiche di scultura e di pittura. Altri importanti complessi religiosi a Nara sono i templi di Gangō, trasportato a Nara da Asuka (sec. VIII) dove era noto col nome di Asukadera; lo Shin-Yakushi-ji (747), il tempio shintō di Kasugo (i suoi edifici sono stati rifatti nel sec. XIX); il tempio di Hokke, che conserva nella sua “Sala Principale” (sec. XVII) una preziosa pittura su seta di epoca Heian e una scultura in legno di sandalo; pitture e sculture di vari periodi sono conservate nel Saidai-ji (fondato nel sec. VIII). Tra le prime raccolte d'arte pubbliche fondate in Giappone alla fine dell'Ottocento figura il Museo di Nara, costituito nel 1895 con importanti nuclei di opere d'arte (dei periodi Asuka, Nara, Heian) per lo più provenienti dai tesori dei templi.

Arte: i templi nei dintorni di Nara

Numerosi sono ancora i templi e i santuari che sorgono in varie località nei dintorni di Nara, presso le quali sono anche documentati monumenti della civiltà giapponese più antica (tumuli del periodo delle “Grandi Sepolture” o Kofun sono nei villaggi di Sakurai, Takaichi, Kawai, ecc.). Il maggiore dei templi fuori della città è, a Ikaruka, l'Hōryū-ji, fondato nel 607, che vanta nel suo complesso (ricostruito in massima parte intorno al 650) le più antiche strutture lignee oggi esistenti. Originaria della fondazione è la pagoda a cinque piani; la “Sala Principale” (edificio a due piani ricostruito dopo l'incendio del 1949) custodisce un famoso gruppo in bronzo eseguito dallo scultore Tori (623) e raffigurante la Triade di Sākyamuni. Importanti edifici dell'Hōryū-ji sono la “Sala delle Prediche”, la “Sala dei Sogni” o Yumedono (con statua lignea di Nyorin Kwanon, sec. VII), la “Sala delle Pitture” (Eden), la “Sala del Grande Tesoro” o Daihōzōden (dove sono custoditi i tesori del tempio, tra cui il famoso Tempietto Tamamushi, preziosa reliquia della più antica pittura cinese), il “Tempio di Chūgū” (vi si conservano una celebre scultura di Avalokiteśvara, o Kwanon Miroku, e un frammento di antico ricamo noto come Paradiso di Tenjukoku). Situato a Hasedera è il tempio buddhista costruito nel 686; venne ristrutturato nel 1650, mentre altri edifici furono aggiunti nei sec. XVII e XVIII; vi è conservata una statua di Kannon (la dea della misericordia), alta 10 m ed eseguita interamente con un grande tronco di legno di canfora; una parte di tale statua è conservata nel tempio di Kamakura (Hase-Kwannon-ji). Altri templi e santuari sono a Takatori (Kojima-dera), a Yanagimoto (Chōgaku-ji, sec. XII), a Tomisato (templi di Hōrin del 622 e di Hokki del 638, con pagoda a tre piani), a Taima (Taima-ji, sec. VII; le pagode sono originali del periodo Nara, mentre del periodo Kamakura sono le “Sale Principali”); l'architettura shintō ha la sua più antica testimonianza nel tempio di Omiwa, ritenuto del sec. I a. C. Altri templi shintō sono a Tambaichi (Isonokami) e nei pressi di Yoshino (tempio di Mikumari, sec. XVI-XVII; vi figura una statua lignea di divinità shintō, sec. XIII). A Kashiwara è conservato ancora l'antico palazzo dei Fujiwara (694); in questo centro importanti sono le collezioni del Museo della storia di Yamato. Edifici dei sec. IX-X sono rimasti intatti nel complesso del Murō-ji a Murō, costruito nel 681, poi ristrutturato nell'anno 849 e infine nel sec. XVII; l'elemento più importante è la pagoda a cinque piani (alta m 16,20) del tardo sec. VIII; negli altri edifici sono conservate varie opere d'arte. Sono invece ricostruzioni posteriori alla loro epoca di fondazione i templi di Enjō a Ōyagyu (con importanti opere di scultura, tra cui una statua di Vairocana eseguita da Unkei nel 1176) e di Akishino a Heijō.

Periodo Nara

Nella storia dell'arte giapponese il periodo Nara, nei suoi 150 anni di svolgimento (646-794), suddivisi nelle cosiddette ere Hakuhō (646-710) e Tempyō (710-794), si situa come episodio centrale tra le prime affermazioni artistiche giapponesi del periodo Asuka (che affonda le radici culturali nella completa dipendenza dalla civiltà cinese) e le successive manifestazioni del periodo Heian, in cui l'apporto delle influenze cinesi raggiunse un livello di assimilazione tale da provocare l'orgoglio delle prime prove artistiche a carattere nazionale. L'affermarsi di esigenze stilistiche indigene appare soprattutto nei caratteri espressivi dell'architettura buddhistica, sviluppatasi in quest'epoca in una serie di monumenti, tra cui i cosiddetti “sette grandi templi di Nara” (templi Tōdai, Kōfuku, Gangō, Daini, Yakushi, Saidai, Hōryū). L'organizzazione spaziale degli edifici compresi nei complessi monastici e nei santuari presenta soluzioni a schema variabile, i cui concetti informativi si possono cogliere nelle diverse piante del tempio Yakushi e del Tōdai-ji, ma anche altri criteri distributivi si realizzarono con l'avvento di nuovi tipi edilizi (determinante fu la pianta ottagonale di padiglioni il cui orientamento, nel disegno d'assieme, favoriva nuove soluzioni prospettiche). L'edilizia minore è quella che maggiormente riproduce la tipologia indigena (capanne con tetto spiovente di paglia o di corteccia, hinochi) dalla quale direttamente deriva quella dei santuari shintō, nonché la struttura dell'edificio destinato a custodire i tesori del tempio (Shōsōin del Tōdai-ji), quale si può rinvenire nei più antichi templi shintō di Ise. Ad abbellire i santuari buddhistici edificati in questo periodo entro e fuori della città preponderante fu l'ausilio della scultura, in legno, in argilla, in lacca secca, in bronzo, regolata e controllata da un organismo statale apposito (Zōbutsu-sho). Le più grandi realizzazioni della scultura Nara sono le statue di Hozo Rosatsu, la Triade di Amida e i Ni-ō (Vajrapāni) dell'Hōryū-ji (sec. VIII); le serie dei Guardiani Celesti e dei Discepoli di Sākyamuni del Kōfuku-ji (sec. VIII); le immagini di Vairocana (Roshana Butsu e Roshana Nyorai) dei templi Yakushi, Tōshōdai e Tōdai; oltre alle immagini di Kwanon a undici teste nel tempio di Kokurin, del Buddha Sākyamuni nei templi di Jindai e di Kaniman. I caratteri stilistici della scultura Nara, sensibile alle esperienze della plastica cinese, mostrano un'evoluzione da espressioni di intenso realismo, sottolineate dal gusto sensuale della forma, verso un modellato plastico più contenuto ma di più accentuata spiritualità. Nel tardo stile Nara questi valori spirituali si trasformano, per impulso di moventi religiosi, in una drammatica puntualità di puri riscontri espressivi, il cui riflesso immediato si può cogliere nelle immagini delle maschere lignee scolpite Gigaku. Sempre sulle convenzioni iconografiche e stilistiche dell'arte cinese si sviluppò in questo periodo la pittura, dalla quale l'arte giapponese trasse le premesse per l'affermazione di caratteri nazionali. Il maggior documento pittorico è rappresentato da quanto è rimasto del ciclo di pitture murali nel Kondō dell'Hōryū-ji, profondamente impregnate di influenze continentali individuabili nei riferimenti a motivi dell'India gupta e della Cina T'ang, sia pure in un riscontro di datazione posteriore rispetto alle immediate manifestazioni scaturite dalle matrici culturali e figurative originarie. Oltre al complesso dell'Hōryū-ji (pressoché distrutto in un incendio del 1949), importanti testimonianze pittoriche di questo periodo sono alcune pitture nel Yakushi-ji (immagine di Kichijōten), nello Shōsōin del Tōdai-ji (immagine del Buddha; episodi dei tra delle cause e degli effetti, sec. VIII, il primo documento di pittura narrativa su rotolo). Pitture figuravano anche come decorazione degli ambienti del Palazzo imperiale, che annoverava nell'area del suo complesso anche edifici religiosi, poi trasferiti e integrati nei complessi monastici del Tōshōdai-ji e dell'Hōryū-ji. Importante sviluppo ebbe nel periodo Nara l'arte della tessitura, sia sotto il profilo della decorazione sia sotto quello della perfezione tecnica della lavorazione e della tintura (precisi tipi base dell'abbigliamento furono definiti per i nobili, i guerrieri e per il popolo, secondo modelli, pressoché fedeli, importati dalla Cina T'ang). Un particolare aspetto dell'importante trasformazione culturale verificatasi nel periodo Nara si può cogliere, oltre che nell'architettura e nel campo delle arti figurative, nella produzione di armi e di armature, che rivelano nelle forme elaborate già nel sec. VIII alcuni precisi caratteri dell'arte militare giapponese. Nelle due opere storico-letterarie di quest'epoca, il Kojiki (712) e il Nihon-ji (720) sono già citati i tipi di armatura propri della fisionomia guerriera del Giappone, cioè il tipo a piastra (Tankō), citato con il termine Kōra (guscio di tartaruga) e il tipo lamellare (Keiko), illustrato con il termine di Kawara (nome della tegola del tetto).

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