Ni-ō

nome giapponese dei due “re guardiani” dell'Ovest e dell'Est, protettori della legge buddhistica, noti anche con il nome di Kongōrikishi e intesi come versioni delle divinità indù di Indra e Brahma. Nell'iconografia dell'arte giapponese buddhistica l'immagine di questi due re Deva è espressa soprattutto nella scultura (le rispettive statue fiancheggiano l'ingresso del tempio), in un ampio sviluppo di masse e di volumi percorsi da una tensione sovrumana. La rappresentazione scultorea dei Ni-ō, caratterizzati da colori e attitudini diverse (Unkei, rosso a bocca chiusa; Akei, verde con bocca aperta), segue uno schema iconografico pressoché costante dai primi modelli di epoca Asuka (sec. VII). Nell'espressione possente e terrifica, talora fino al grottesco, i Ni-ō sono abitualmente raffigurati a torso nudo, con il capo incorniciato da un foulard svolazzante, quasi a formare una specie di dilatata aureola. L'abbigliamento e il tipo stesso dei monili derivano da modelli dell'arte cinese dei sec. VI-VII e da altre concezioni iconografiche dell'arte indiana. Motivi di riscontro si possono individuare con le divinità celesti musicanti Apsarā e con i geni portatori di ghirlande che figurano nelle pitture rupestri di Tun-huang. Tra gli esempi di Ni-ō della statuaria giapponese si ricordano le sculture del Chumon nel Hōryū-ji di Nara, con teste d'argilla (sec. VIII) e corpi di legno (sec. XIV), e quelle gigantesche (8 m) di epoca Kamakura (1185-1333), costruite a più blocchi di legno scolpiti separatamente, che fiancheggiano il Nandaimon (ingresso) del Todai-ji di Nara (vi furono collocate nel 1203).

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