Generalità

Fiume dell'Africa orientale che, misurando 6671 km (comprendendo il Kagera, suo principale ramo sorgentifero), è il maggiore del mondo per lunghezza e uno dei primi per vastità di bacino (2.867.000 km²). Entrato nel lago Vittoria col nome di Kagera, ne esce dalla sponda settentrionale con il nome di Nilo Vittoria (Victoria Nile, ca. 480 km) presso Jinja (Uganda) attraverso una serie di rapide (Ripon Falls) non più visibili perché sommerse dopo la costruzione della diga delle Owen Falls. Dai 1134 m s.m. del lago Vittoria, dirigendosi verso NW, la massa d'acqua giunge a 1032 m s.m., formando il lago Kyoga; poco oltre, compiendo un'ansa e precipitando dalle cascate Kabalega (già Murchison), si abbassa a 619 m s.m., toccando l'estremità settentrionale del lago Alberto. Dal lago si orienta quindi verso N, col nome di Nilo Alberto (Albert Nile) fino al confine col Sudan e quindi di Nilo delle Montagne (Bahr el Gebel), bagna l'Uganda nordoccidentale ed entra nel territorio del Sudan, che attraversa interamente da S a N. A valle di Shambe un ramo secondario si stacca da destra dal corso principale, procedendo verso N col nome di Bahr el Zeraf (Fiume delle Giraffe), per ricongiungersi con esso dopo 380 km di corso indipendente. Forse il grande fiume finirebbe per esaurirsi in questa zona, tra l'8º e il 10º di latitudine N, se non ricevesse da sinistra il Bahr el Ghazal e, poco oltre, da destra, il Sobat. Superata Malakal e rientrato in un alveo più regolare, il fiume assume il nome di Bahr el Abiad (Nilo Bianco), raggiungendo Khartoum, dove riceve da destra il suo maggior affluente, il Bahr el Azrak (Nilo Azzurro) che, uscito dal lago Tana col nome di Abbai (o Abai), con un corso impetuoso gli reca la grande massa d'acqua dell'Acrocoro Etiopico. Poco dopo Omdurman, nell'attraversare la regione della Nubia, in gran parte costituita da rocce granitiche e arenacee, il fiume restringe il suo corso in alvei incassati descrivendo un'amplissima doppia ansa a forma di “S” e ricevendo da destra l'ultimo suo affluente, l'Atbara. Di qui, attraverso una serie di cateratte, si abbassa da 350 fino a 95 m s. m. Presso Aswân, già in Egitto, il fiume è stato sbarrato da una colossale diga, con la formazione di un vastissimo bacino artificiale (lago Nasser), che si estende anche in territorio sudanese, dove ha il nome di lago Nubia. Durante tutto il suo corso in territorio egiziano, il Nilo ha una larghezza media di ca. 500 m nei periodi di magra. Poco oltre Il Cairo, a ca. 260 km dal suo sbocco nel Mar Mediterraneo, ha inizio l'enorme delta del fiume (24.000 km²), grande triangolo basso e fertile percorso dai due rami del Nilo di Rosetta a NW e di Damietta a NE, e da una serie di canali navigabili. Il Nilo è navigabile regolarmente dal mare ad Aswân. Superata la prima cateratta, la navigazione continua fino a Wādī Halfā; navigabile è poi il tratto fino a Khartoum con interruzioni alle cateratte. In latino, Nilus; in arabo, El-Bahr o Bahr en-Nil. § Nei primi mesi del 1997 sono iniziati i lavori per la costruzione di un canale lungo 1400 km, largo 30 m e profondo 7, che porterà acqua nel deserto egiziano. Si tratta di un progetto ambizioso: creare un “Nilo bis”, dirottando parte delle acque del Nilo dal lago Nasser e portandole attraverso il deserto verso nord, fino alla depressione del Qattâra e di qui, un giorno, fino al Mediterraneo, tra Alessandria e Marsa Matrûk. In questo modo diverranno fertili terre dove adesso un ambiente arido e ostile rende pressoché impossibili gli insediamenti umani. Ci vorranno tre anni per completare i primi 320 km del canale, nel tratto che va dal lago Nasser alle oasi di Baris ed el-Kharga.

Le esplorazioni

Il riconoscimento del corso del Nilo e la ricerca delle sue sorgenti sono stati, in tutti i tempi, un problema geografico tra i più appassionanti. L'inglese J. H. Speke, partito nel 1857 dalle coste dell'Oceano Indiano insieme con R. Burton, scoprì un vastissimo lago (1858), al quale diede il nome di Vittoria, considerandolo il bacino sorgentifero del Nilo. Nel 1862 lo stesso Speke, accompagnato dal connazionale J. A. Grant, scoprì il maggior immissario del lago, il Kagera, ma l'esplorazione completa di tale corso d'acqua si deve all'austriaco O. Baumann, che lo risalì nel 1892 accertando che tale fiume era la più remota sorgente del Nilo.

Iconografia

Nell'arte egiziana il Nilo è raffigurato come una divinità barbuta, dal corpo flaccido, dipinto di verde e di blu, con le braccia cariche di pesci e di fiori di loto. L'iconografia più comune è però quella di età ellenistico-romana. Nella statua del museo di Stoccarda, originale alessandrino del sec. III a. C., il Nilo è un vegliardo sdraiato che regge la cornucopia appoggiato a un coccodrillo. Nel grande gruppo dei Musei Vaticani, copia da un originale pittorico alessandrino, è sdraiato, appoggiato a una sfinge, con spighe, cornucopia e 16 putti che raffigurano i 16 cubiti di crescita delle acque del fiume. Nella famosa Tazza Farnese (Museo Nazionale di Napoli) il Nilo appare seduto, con la cornucopia, assieme alle figlie. Numerose le varianti su rilievi e mosaici romani.

Bibliografia

H. E. Hurst, The Nile, a General Account of the River and the Utilization of Its Waters, Londra, 1957; C. Brandi, Verde Nilo, Roma, 1991.

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