Nocéto

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comune in provincia di Parma (14 km), 76 m s.m., 79,64 km², 13.040 ab. (nocetani), patrono: san Martino (11 novembre).

Centro situato alla sinistra del fiume Taro. Vi sono stati trovati reperti archeologici d'età preromana e romana. Nel Medioevo fu feudo dei vescovi di Parma, poi degli Este e dei Pallavicini. Nel sec. XIV passò ai Sanvitale che nel 1403 vi ricostruirono il castello, poi devastato dai Visconti, e tra alterne vicende ne mantennero il possesso fino al 1612, quando venne confiscato da Ranuccio I Farnese. Il territorio fu poi ceduto parte ai Della Rosa e parte ancora ai Sanvitale.§ Del castello medievale rimangono la cinta muraria con quattro torri e l'imponente mastio quadrato. La parrocchiale di San Martino, ricostruita nei sec. XVII-XVIII, custodisce un dipinto di V. Campi (sec. XVI). In località Castelguelfo si trova un castello medievale a pianta quadrata con ricche decorazioni (sec. XV); a Sanguinaro la piccola chiesa romanica dei Santi Simone e Giuda conserva l'abside e la cripta dell'edificio originario e affreschi tardogotici.§ L'agricoltura dà cereali, ortaggi e foraggi per bovini da latte e suini. L'industria è sviluppata nei settori tessile, alimentare (salumi, parmigiano reggiano, surgelati, conserve), della plastica, del cemento, delle macchine utensili, dell'abbigliamento della lavorazione di vetro, metalli e legno.

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