Odobescu, Alexandru

letterato, archeologo e storico romeno (Bucarest 1834-1895). Di famiglia aristocratica, in cui si scontravano due mentalità: la militaresca e reazionaria del padre (il colonnello Ioan Odobescu) e quella filantropica e progressista del ramo materno (i Caracas), completò la sua educazione all'Ècole des Hautes Ètudes di Parigi, orientandosi verso la filologia classica e la storia. Personalità complessa e di forte rilievo, si affermò come eccellente autore di novelle (Mihnea il Malvagio, 1857; La Principessa Chiajna, 1860) intorno ai conflitti delle famiglie boiare, sullo sfondo della sofferenza delle masse popolari. Le sue peregrinazioni attraverso i monasteri d'Oltenia hanno assicurato al patrimonio culturale romeno testimonianze preziose (a Bistrita Odobescu scoprì il Salterio stampato da Coresi nel 1577) e hanno dato alla letteratura romena “giornali di viaggio”, di lettura piacevolissima (Alcune ore a Snagov, 1862). Un giornale di viaggio sui generis è anche il capolavoro di Odobescu, lo pseudotrattato di caccia (Pseudokynegheticos, 1874), prefazione al trattato di un cacciatore autentico, C. C. Cornescu. È una divagazione erudita senza ordine e piano nel mondo delle arti belle, alla ricerca di opere (scultura, musica, letteratura o pittura) ispirate al tema della caccia. L'analisi sempre vibrante si intreccia alla citazione erudita o al ricordo personale; è il capolavoro dell'arte narrativa e descrittiva romena del sec. XIX. Membro della Società Accademica, Odobescu cooperò alla conoscenza del mondo classico con un'attività di traduttore che si aprì nel 1851, con 13 Odi di Orazio, e si chiuse nel 1894 con la traduzione di due mimi di Eroda appena scoperti; ne combatté invece l'orientamento linguistico. Dopo il 1874 Odobescu fu impegnato soprattutto nella valorizzazione del folclore e nella ricerca documentaristica e archeologica, dal Medioevo romeno alla preistoria: egli è difatti il fondatore dell'archeologia nazionale e religiosa romena. L'opera che gli ha dato notorietà internazionale è Le trésor de Pietrossa (3 vol.; 1889-1900; Il tesoro di Pietrossa), sulla famosa chioccia d'oro coi pulcini scoperta per caso nel 1837.

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