Pòggio Catino

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comune in provincia di Rieti (46 km), 387 m s.m., 15 km², 1220 ab. (poggiocatinari), patrono: san Silvestro (31 dicembre).

Centro sul versante occidentale dei monti Sabini. Possesso dell'abbazia di Farfa, passò ai Sant'Eustachio (1210), che lo tennero fino al 1477, quando venne incamerato dalla Chiesa. Venduto a Rieti, fu poi feudo degli Orsini (1483), dei Savelli (1588), dei Capizucchi (1594) e degli Olgiati (1614-1816). § L'origine medievale dell'abitato è testimoniata dai resti della cinta muraria con torri incorporate nelle case, dal palazzo baronale (sede del comune e centro congressi) e dalla chiesa di Sant'Antonio, rimaneggiata nel sec. XVIII. La parrocchiale di San Nicola, con facciata settecentesca, custodisce un'urna cineraria romana, usata come acquasantiera, un fonte battesimale del Rinascimento e dipinti. A Catino, piccolo nucleo sotto un dirupo, sono le imponenti rovine del castello (sec. XII), con un'alta torre pentagonale. § L'agricoltura produce cereali, olive, frutta, ortaggi e foraggi; attivi la raccolta di funghi e l'allevamento bovino e ovino. L'industria opera nei settori oleario, dell'asfalto e del calcestruzzo. Attivo il turismo estivo ed escursionistico, sostenuto da strutture ricettive, ricreative e da sagre popolari.

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