Pinochet Ugarte, Augusto

generale e uomo politico cileno (Valparaíso 1915-Santiago del Cile 2006). Si diplomò alla Scuola di guerra nel 1933 e fu per un certo tempo professore alla Scuola militare dell'Ecuador. Durante il governo del socialista S. Allende Gossens fece parte, in un primo tempo, della corrente dei militari “legalisti” che sostenevano il governo costituzionale. Nel settembre 1973, tuttavia, partecipò al colpo di stato che rovesciò Allende Gossens. Capo della giunta militare, nel 1974 fu nominato presidente del Cile, dominando il Paese con una spietata dittatura militare. Sconfitto nel plebiscito del 1988 in cui chiedeva di essere riconfermato per altri 8 anni, l'anno successivo soccombeva nei confronti del candidato dell'opposizione P. Aylwin, che si insediava come presidente nel marzo 1990, mentre Pinochet restava capo dello stato maggiore dell'esercito e continuava a interpretare l'insofferenza di un apparato militare restio ad accettare le condanne di alcuni alti ufficiali (1995), responsabili di vari omicidi durante la dittatura. La resistenza di Pinochet al disegno presidenziale di ridurre progressivamente il ruolo delle forze armate nella vita cilena si manifestava ancora con forza nel 1996, quando il Senato respingeva una proposta di legge tendente ad abrogare i 9 seggi di nomina militare. Nel marzo 1998, lasciata la guida delle forze armate, Pinochet assumeva, in qualità di ex capo dello Stato, un seggio vitalizio al Senato. Nello stesso anno, nel corso di un soggiorno a Londra, Pinochet veniva arrestato su ordine di cattura internazionale emesso dalla Spagna per due inchieste sulla scomparsa di cittadini spagnoli durante gli anni sanguinosi della dittatura in Cile. Riuscito a sottrarsi al processo per motivi di salute e fermato il procedimento di estradizione, nel 2000 l'ex dittatore poteva far ritorno in patria dove tuttavia gli veniva revocata l'immunità parlamentare e notificati gli arresti domiciliari. La Corte di Appello di Santiago, dichiarandolo "moderatamente demente" (luglio 2001), sentenziava l'impossibilità di sottoporlo ad azione giudiziaria, restituendogli la libertà. Nel luglio 2002 la Corte suprema cilena confermava, con una risoluzione definitiva, l'immunità di Pinochet , che, contemporaneamente, lasciava il proprio seggio al Senato. Tuttavia nel 2004, dietro le insistenze dei magistrati cileni e dei parenti delle vittime, la Corte suprema dava parere positivo alla richiesta di processare l'ex dittatore, revocandogli l'immunità. Nel 2006 veniva emesso un mandato d'arresto a suo carico per tortura, sequestro di persona e omicidio i relazione a quanto avvenuto nel centro di detenzione di Villa Grimaldi.

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