Pióbbico

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comune in provincia di Pesaro e Urbino (68 km da Pesaro), 339 m s.m., 48,15 km², 1879 ab. (piobbichesi), patrono: santa Maria in Val d'Abisso (8 settembre).

Centro alla confluenza del fiume Candigliano e del torrente Biscubio. A partire dal sec. XII fu signoria dei Brancaleoni, che estese il proprio dominio a tutta la Massa Trabaria. Estintasi la discendenza maschile del casato, il feudo, per concessione pontificia, fu tramandato per linea femminile; alla famiglia si unirono, per matrimonio, i Materozzi della Carda.§ Il nucleo medievale è dominato dal castello dei Brancaleoni, eretto nel sec. XIII e successivamente trasformato (1573-87) in una splendida dimora rinascimentale; le decorazioni degli interni e della cappella (camini, grottesche, ecc.) sono di F. Brandani e F. Damiani. Sempre del Brandani sono dieci statue in stucco nella chiesa di Santo Stefano, che conserva anche tele di scuola degli Zuccari e di Federico Barocci.§ Le principali attività economiche sono quelle ortofrutticole e zootecniche. Tipico è l'artigianato dei tappeti di lana grezza; notevole il turismo estivo.

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