Poèmi antichi e modèrni

(Poèmes antiques et modernes). Raccolta di versi di Alfred de Vigny. Pubblicata nel 1822, ebbe modificazioni in ristampe fino al 1837: edizione definitiva fu quella del 1859, divisa in tre parti, preceduta dalla prefazione in cui l'autore dice di essere il primo a seguire in Francia la poesia di pensiero; motivo che i lettori riconobbero valido anche di fronte al colorismo seducente di Hugo e al sentimentalismo di Musset. Vigny si prefigge di rappresentare nella sua raccolta il cammino dell'umanità nei suoi elementi fondamentali. L'opera è così suddivisa: “poemi mistici” (Moïse, Éloa, Le déluge), “poemi antichi” (La fille de Jephté, La femme adultère, Le bain de Suzanne, La somnambule, La dryade Symétha, Le bain d'une dame romaine), “poemi moderni” (Dolorida, La prison, Madame de Soubise, La neige, Le cor, Le bal, Le trappiste, La frégate “La sérieuse”). Nella raccolta accanto a brani solo di maniera o superficialmente romantici, come Éloa, si staccano composizioni come Le cor, rievocazione nostalgica del mondo della cavalleria, e soprattutto Moïsen, canto della solitudine come retaggio del genio.

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