Pollènza

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comune in provincia di Macerata (9 km), 341 m s.m., 39,47 km², 6468 ab. (pollentini), patrono: san Giovanni Battista (24 giugno).

Centro su un colle tra le valli dei fiumi Potenza e Chienti. Sorse nel Medioevo, con il nome di Montemilone, non lontano dai resti della romana Pollentia, distrutta durante le invasioni barbariche. Luogo fortificato, subì le conseguenze degli scontri con Tolentino e Treia e nel sec. XV fu gravemente danneggiato da un incendio; seguì poi le vicende storiche del territorio.§ Il nucleo storico è cinto da mura. Edifici sacri di un certo interesse sono la chiesa di San Francesco, che risale al 1327 (ma con facciata di Cesare Bazzani, 1932), e la chiesa di San Biagio, del sec. XIX, in forme neoclassiche. Il Teatro Verdi, perfettamente conservato, fu inaugurato nel 1883. Nei dintorni sono i resti della chiesa di Santa Maria di Rambona, eretta nel sec. VIII sulle rovine di un tempio e ricostruita nei sec. XI-XII; nell'abside maggiore e in quello centrale della cripta vi sono tracce di affreschi attribuiti alla scuola di Lorenzo Salimbeni.§ L'area collinare è sfruttata per la produzione di cereali, foraggi e uva da vino, mentre a valle prevale la coltivazione di alberi da frutto (peschi) e di ortaggi. Intenso è l'allevamento (bovini, suini e polli), condotto in grandi aziende specializzate. Molto sviluppati sono l'artigianato (restauro del mobile antico) e l'industria del mobile.

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