Ponge, Francis

poeta francese (Montpellier 1899-Bar-sur-Loup 1988). Collaboratore della Nouvelle Revue Française dal 1923, membro del Partito Comunista Francese dal 1937 al 1947, fu attivo nella Resistenza. Dati alle stampe in pochi esemplari i Douze petits écrits nel 1926, pubblicò nel 1942 la sua opera più nota, Le parti pris des choses, ignorata dal grande pubblico e sostenuta da pochi amici scrittori (Paulhan, Sartre, Blanchot) e pittori (Braque), i quali colsero nei poemetti in prosa della raccolta un nuovo modo di vedere gli oggetti nella loro realtà naturale, anzi “minerale”, senza far ricorso a sovrastrutture letterarie. Ponge non canta le cose in rapporto all'uomo, ma le esamina in se stesse, considerandole indipendenti dal restante mondo. Tra le opere successive si ricordano: Le carnet du bois de pins (1947), Proèmes (1948), Le grand recueil (tutta l'opera in 3 vol., 1961), Tome premier (1965), Pour un Malherbe (1965), Le savon (1967), Nouveau recueil (1967), Entretiens, avec Philippe Sollers (1970), Pièces (1971), Méthodes (1971) e La rage et l'expression (1976), Nioque de l'avant-printemps (1983), Pratiques d'écritures ou l'Inachèvement perpétuel (1984), in cui l'autore precisa la poetica di una scrittura in continuo rifacimento a opera di una fantasia rigorosamente controllata. Sempre su tale argomento, importante è stata la pubblicazione della sua corrispondenza con J. Paulhan (1986). Ha collaborato alla traduzione dell'opera di Ungaretti raccolta in Vie d'un homme. Poésies (1973) e ha pubblicato uno studio su Picasso con Pierre Descargues (1974).

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