Pontida

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comune in provincia di Bergamo (16 km), 313 m s.m., 10,14 km², 2934 ab. (pontidesi), patrono: san Giacomo (25 luglio).

Centro della valle San Martino, situato ai piedi del monte Canto. L'abitato si sviluppò attorno al monastero benedettino fondato da sant'Alberto da Prezzate nel sec. XI e donato nel 1076 all'abbazia di Cluny. Secondo la tradizione, il monastero fu sede della riunione dei delegati dei comuni lombardi (Milano, Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova) che il 7 aprile 1167 giurarono di difendere con le armi la loro autonomia comunale da Federico Barbarossa. Il monastero, distrutto nel 1373 da Bernabò Visconti, crebbe di importanza nei sec. XV-XVIII; soppresso da Napoleone nel 1798, fu riattivato nel 1910.§ L'abbazia, intitolata a San Giacomo, conserva pochi resti del primitivo impianto. Ricostruita nelle parti interne agli inizi del sec. XV, mantenne le tre navate sormontate da volte a crociera; custodisce opere pittoriche, rilievi in marmo e decorazioni lignee dei sec. XVII-XVIII. La facciata neoclassica fu eseguita su progetto di Giuseppe Bovara (1832). Gli ambienti monastici si articolano intorno ai due chiostri rinascimentali, ornati da decorazioni in cotto e affreschi; attraverso uno di essi si accede alle sale cinquecentesche del Museo Abbaziale.§ Le attività agricole, legate soprattutto alla produzione di cereali, uva da vino, frutta e foraggi e al florovivaismo, sono affiancate dall'allevamento di bovini da carne. Prevalente è l'industria, con numerose aziende, anche di impronta artigianale, attive nei settori meccanico, cartotecnico, edile, dei materiali per l'edilizia, delle materie plastiche e della lavorazione dei metalli e del legno (mobili). Discrete risorse provengono dal turismo escursionistico.

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