Possevino, Antònio

diplomatico (Mantova 1533/1534-Ferrara 1611). Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1559, dopo avere svolto una missione in Piemonte (1562), durante la quale fu costretto dalle circostanze ad assumere un atteggiamento cauto con i valdesi, nel 1565 ottenne nel Convegno di Baiona una lettera del Parlamento che concedeva ai gesuiti la più ampia facoltà di fondare i loro collegi. Dopo un lungo soggiorno in Francia, che gli valse nel 1570 la conversione al cattolicesimo di duemila ugonotti, nel 1573 divenne segretario dell'ordine e nel 1577 fu inviato in Svezia che fu sul punto di riportare al cattolicesimo grazie all'abiura del luteranesimo di re Giovanni III, più tardi svanita per l'opportunismo di questo sovrano. Vicario apostolico (1578) per tutti i Paesi nordici (Moscovia, Svezia, Danimarca, Lituania, ecc.) tentò nel 1581 con approcci effettuati a Venezia, Praga, Cracovia e Mosca di fondare una lega russo-polacco-svedese contro i Turchi, ma il progetto fallì per ostacoli religiosi frapposti dal clero ortodosso. L'anno seguente corse il rischio di essere ucciso da Ivan il Terribile, sobillato dagli Inglesi, che temevano di perdere il monopolio del commercio che effettuavano attraverso il porto di Arcangelo. Nel 1584 ottenne che da Stefano Báthory fosse sradicato il protestantesimo in Transilvania e nel 1595 il ritorno dei Ruteni alla Chiesa di Roma. Visse a Padova molti anni insegnando nel collegio dei gesuiti. Forte personalità della Controriforma e capace diplomatico, ottenne notevoli successi contro il protestantesimo anche con la predicazione e con i suoi numerosi scritti, tra cui: Il soldato cristiano (1569), Bibliotheca selecta (1593), Iudicium (1594), Atheismi Luteri, Calvini, etc. (1594).

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