Definizione

sm. [sec. XVIII; da luterano]. Dottrina e organizzazione chiesastica ispirata al pensiero di M. Lutero, che voleva avere un carattere di cattolicità (nel senso di "universale") e recepire quanto era noto dagli scrittori cristiani, respingendo solo gli abusi della Chiesa Romana.

Cenni storici: dal XVI al XIX secolo

Il movimento luterano ricevette un particolare impulso istituzionale (Chiese territoriali luterane) dalle decisioni prese a Spira nel 1526. Le idee luterane si andarono poi diffondendo in Francia, Italia, Inghilterra e Scandinavia, senza tener conto di comunità luterane minori in altre regioni europee. Intorno al 1530 la Chiesa luterana, attraverso la sua confessione classica (Confessio Augustana), assunse quell'aspetto che ha mantenuto poi per tre secoli (codificato nel Libro di concordia del 1580), anche se occorre sottolineare che certe asprezze del Lutero più biblico (De servo arbitrio, 1525) vengono in certo qual modo diluite, per l'influsso dell'umanista-riformatore F. Melantone. Dalla Lega di Smalcalda (1531) in poi la situazione si deteriorò politicamente (la guerra smalcaldica scoppiò proprio l'anno della morte di Lutero, 1546). Al Concilio di Trento i luterani non parteciparono. Successivamente si presentò all'interno del luteranesimo tutta una serie di controversie teologiche talvolta aspre, che ebbero per protagonisti figure come Agricola, Flacio, Osiandro, G. Maior. Nel 1577 la formula di concordia (chiarificazione sui punti fondamentali della Confessio Augustana dopo trent'anni di dibattiti teologici), redatta in collaborazione con Melantone, divise il luteranesimo dal calvinismo; gli stessi luterani finirono con il dividersi in due correnti, quelli più fervidamente ortodossi, che mantenevano la dottrina della presenza reale (consustanziazione) e che ebbero il loro centro a Jena, e quelli che inclinavano al calvinismo, detti melantoniani, fedeli seguaci del Catechismo di Heidelberg (1563) e che ebbero i loro centri a Wittenberg e a Lipsia. Nella Pace di Augusta del 1555 Carlo V era stato intanto costretto a riconoscere libertà di esistenza al luteranesimo (cuius regio eius religio). Successivamente la storia del luteranesimo si confuse e s'intersecò sempre più con quella del protestantesimo. La guerra dei Trent'anni, il pietismo, la crisi religiosa dell'Illuminismo, la reazione alla teologia di Schleiermacher, ecc. furono tutti momenti successivi importanti. Nel 1817 l'unione dei due gruppi luterani imposta nella Prussia da Federico Guglielmo provocò la separazione dei "vecchi luterani". Nel XIX sec. la religiosità luterana ebbe una forte ripresa anche per il sorgere di missioni. Ciò non impedì un processo di decristianizzazione delle masse operaie.

Cenni storici: dal protestantesimo liberale all'età contemporanea

Assai interessante comunque nel sec. XIX fu il cosiddetto protestantesimo liberale, corrente sorta e sviluppatasi in seno al luteranesimo dall'Ottocento fino al primo Novecento: la sua origine affonda nel “libero esame”, per il quale l'homo religiosus, in quanto fruisce dell'illuminazione diretta dall'alto, al di fuori dell'interpretazione (fino ad allora dogmatica) data dalla Chiesa ufficiale, è libero di giudicare le verità religiose. Anche per l'influenza dell'illuminismo, il protestantesimo liberale diede inizio allo studio del cristianesimo astraendo da ogni fattore soprannaturale, considerandolo solo nella sua effettuazione storica e come semplice fatto umano. Era l'affermazione della sovranità della ragione umana e di conseguenza la svalutazione dell'azione della grazia. Queste tesi ebbero a sostenitori D. F. Strauss, F. Ch. Baur, F. E. D. Schleiermacher e loro fondamento filosofico fu l'idealismo tedesco e in particolare quello di F. W. Schelling. Dopo la seconda metà dell'Ottocento il protestantesimo liberale ebbe un più attento studio della storia e un maggior affinamento delle sue ragioni filosofiche a opera di A. Ritschl e di A. Harnack. Un rilancio si ebbe a livello sociale e democratico con Grundtvig e a livello profetico con Kierkegaard. Nella seconda metà del sec. XIX il luteranesimo si rafforzò sul piano della diffusione mondiale. Nel sec. XX il luteranesimo si trovò ad affrontare i gravi problemi posti dalle due guerre mondiali e dal nazismo. Quasi tutte le Chiese luterane del mondo sono raccolte, dal 1947, nella Lega mondiale luterana, e contano complessivamente ca. 43 milioni di seguaci. Oggi nelle terre originarie (Germania e Scandinavia) il luteranesimo si trova a dover affrontare (come del resto tutte le confessioni cristiane) il processo di secolarizzazione e può contare su un numero scarso di pastori. Statisticamente i luterani sono più numerosi in Germania, in Scandinavia e nell'America Settentrionale.

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