Przybyszewski, Stanisław

scrittore polacco (Łojewo 1868-Jaronty 1927). Cresciuto nell'ambiente bohémien dei modernisti tedeschi e scandinavi, divenne a Cracovia il caposcuola del modernismo polacco. Al centro delle sue concezioni sull'arte pose l'individualismo, che libera l'artista da tutti gli impegni sociali (teoria dell'“anima nuda”, cioè liberata da ogni limite imposto dalla civiltà), ed espresse tali opinioni in poemi in prosa quali: De profundis (1895) e Sulle vie dell'Anima (1900). Scrisse inoltre romanzi allucinati e violenti sospesi tra naturalismo ed espressionismo, tra cui I figli di Satana (1899), I figli della terra (1904) e L'uomo forte (1912-13). Più significativi e più duraturi si rivelarono i suoi lavori teatrali: Per la felicità (1900), Neve (1903) e La madre (1903).

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