Qabbānī, Nizār

poeta siriano (Damasco 1923-Londra 1998). Conseguita la laurea in giurisprudenza a Damasco, intraprende dal 1945 la carriera diplomatica, che abbandona nel 1966 per dedicarsi interamente alla letteratura. Appena ventenne Qabbānī si mette in luce per le sue poesie, che vengono subito apprezzate dai lettori e dalla critica; ma è dagli anni Cinquanta che le sue raccolte vengono pubblicate e lette in tutto il mondo arabo. Dapprima influenzato dal romanticismo e poi dal simbolismo, Qabbānī ha poi elaborato uno stile personale che ha anche contribuito all'affermazione del verso libero nella poesia araba contemporanea. La figura femminile è la sua prima fonte di ispirazione: Qasa'id min Nizār Qabbānī (1956; Poemi di Nizār Qabbānī) è una denuncia del maschilismo della società araba. Nelle raccolte successive, tra cui si ricordano Habibati (1961; Mia amata), Al-rasm bi-al-kalimat (1966; Disegnando con le parole), Qasa'id hubb 'Arabiyah (1993; Poemi d'amore arabi), la donna è descritta dal poeta come finalmente liberata dalle costrizioni che la società le ha imposto nel corso di millenni, partecipe e protagonista della realtà che la circonda. L'altro pilastro dell'opera di Qabbānī è l'impegno politico, che esplode all'indomani del conflitto arabo-israeliano del 1967: 'Ala hamish daftar al-naksa (1967; Note a margine del libro della disfatta) è una critica dura della leadership araba nel corso del conflitto. Interprete delle frustrazioni, della rabbia e delle aspirazioni di milioni di Arabi, la sua poesia Quando annunceranno la morte degli Arabi?, del 1994, ha suscitato roventi polemiche.

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