Gibran, Kahil

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Poeta, pittore e aforista libanese naturalizzato statunitense (Bsharre, 1883 - New York, 1931) (in arabo جبران خليل جبران‎.). Nacque in Libano, allora parte dell’Impero Ottomano, nella città maronita di Bsharre dove il padre era esattore. Data la povertà della famiglia, non ebbe un'educazione formale ma venne istruito sulla Bibbia, la lingua siriaca e quella araba. Dopo che il padre venne arrestato e i suoi beni confiscati, Gibran con la madre e i fratelli si trasferì a New York (1895) dove già viveva un altro fratello. Da lì la famiglia si trasferì a Boston, dove allora viveva la seconda comunità siriana più grande degli Stati Uniti. La madre cominciò a lavorare come merciaia ambulante, mentre Gibran frequentò la sua prima scuola a Boston, dove l'insegnante di inglese lo persuase a cambiare il suo nome completo, Jibran Khalil Jibran, in Kahlil Gibran, con la modifica della grafia originaria per adattamento alla pronuncia americana. Si iscrisse poi a un istituto d'arte, dove mostrò una particolare inclinazione per il disegno, attirando l'attenzione del fotografo d’avanguardia Fred Holland Day: già nel 1898 un editore pubblicava alcuni disegni di Gibran come copertine. Holland Day gli fece conoscere la scrittrice Josephine Peabody che esercitò su di lui una stimolante influenza. Nel 1899 tornò in Libano ricongiungendosi al padre e frequentando a Beirut il College de la Sagesse, scuola superiore maronita, dove seguì corsi di letteratura araba e francese. Terminati gli studi nel 1902, tornò negli Stati Uniti. Alla morte di una sorella e di un fratello per tubercolosi e della madre per tumore, vendette la merceria di famiglia. Sua sorella Mariana dovette mantenere entrambi lavorando presso una sartoria. Nel frattempo, Gibran venne introdotto in un circolo molto esclusivo di intellettuali dalla Peabody che divenne sua amante. In seguito conobbe Mary Elisabeth Haskell, di cui si innamorò ricambiato solo platonicamente: di dieci anni più anziana e ammiratrice delle sue opere, gli diede comunque la possibilità di esporre le sue opere nell'istituto dove era preside. Tra il 1904 e il 1908 Gibran scrisse numerosi articoli per il giornale al-Muhajir (L'emigrante) dedicati agli arabi. In quegli anni si fece più intenso il legame ideale con la Haskell: visto l'amore di entrambi per le lettere, nacque una duratura comunanza letteraria che, grazie ai preziosi consigli di natura linguistica di Hasekell, avrebbe dato a Gibran la possibilità di scrivere in inglese. Nonostante la discrezione della relazione, la loro corrispondenza rivela una forte intimità. Nel 1908 la Haskell gli fece dono di un viaggio a Parigi dove Gibran studiò filosofia e pittura. Tornato negli Stati Uniti, riprese gli studi d'arte a Boston. In America, dove le sue opere vennero esposte in centinaia di gallerie, trascorse gli ultimi vent'anni di vita, mentre la sua fama superava i confini del continente americano arrivando presto in tutto il mondo. Gibran morì di cirrosi epatica e tubercolosi nel 1931 e, per suo espresso desiderio, venne sepolto nel monastero Mar Sarkis in Libano. La maggior parte degli scritti di Gibran è in arabo, sebbene dal 1918 in poi scrivesse quasi soltanto in inglese; nelle sue opere sono presenti temi legati al cristianesimo e all’amore spirituale. Il suo testo più famoso, Il Profeta, è un volume composto da 26 saggi poetici. Pubblicato nel 1923, negli anni Sessanta ha conosciuto nuova fortuna nella controcultura americana e nella New Age. Tra le sue opere (nella traduzione in italiano): Lazzaro e la sua amata (1982); Il giardino del Profeta (1986); Il pianto e il sorriso (1989); La voce del maestro (1991); Tutte le poesie e i racconti (1993); Versi spirituali (1995); Le lettere d'amore del profeta (1998); Il Profeta (nuova edizione, 2005); Gesù, il figlio dell'uomo (2006); Come fiori nella polvere (2010).

Bibliografia

M.A. De Luca, Lazarus and his beloved e The Blind: due drammi postumi di K. Gibràn, in AAVV, Rasā’il in memoria di U. Rizzitano, a cura del Centro Culturale Al-Farabi, Palermo, 1983, pp. 197–214; V. Grassi, Il tema della morte nell'opera di Gibran Kahlil Gibran, in Oriente Moderno, 65, 1985, pp. 1–38; G. Ravasi, Gibran, l'uomo dalle due anime, in Kahlil Gibran e il suo tempo, a cura di A. Fumagalli, Bolis, Bergamo 1994, pp. VII-XVIII; E. Scognamiglio, Il cammino dell'uomo. L'itinerario spirituale di Kahlil Gibran, Herder, 1999; R. Waterfield, Profeta. Vita di Kahlil Gibran, traduzione di A. Magagnino, 2000; S. Giannatempo, Parlaci della vita. 'Il Profeta' di Khalil Gibran e la Bibbia, 2017.

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