Razin, Stjenka Timofeevič

capo cosacco (Zimoevskaja sul Don ca. 1630-Mosca 1671). Si pose (1667) alla testa di bande di cosacchi, a cui si unirono più tardi schiere di diseredati, di contadini oppressi, di disertori dall'esercito, in lotta non tanto contro lo zar Alessio quanto contro i boiari e i ricchi possidenti terrieri. La rivolta, con il passar del tempo, acquistò il carattere di una lotta senza quartiere. Razin ottenne grandi e facili successi: conquistò le città di Caricyn, Astrahan, Saratov, Samara (1670); occupò i territori del Don e del Volga, risalì lo Jajk (poi Ural), condusse spedizioni piratesche contro i Persiani sul Mar Caspio. Solo nel 1671 le forze zariste ebbero ragione dei ribelli; Razin, condotto prigioniero a Mosca, vi fu squartato, mentre i vincitori facevano strage dei contadini e dei cosacchi ribelli. Nei secoli successivi il nome di Razin fu ricordato dal popolo russo come quello di un amico degli oppressi e di un vendicatore di torti.

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