Reyes, Alfonso

scrittore messicano (Monterrey, Nuevo León, 1889-Città di Messico 1959). Ebbe una profonda formazione umanistica, completata in Francia (1913) e in Spagna (1914-19) nel Centro di Studi Storici di Menéndez Pidal. Entrato nella carriera diplomatica, fu console, ministro e infine ambasciatore in Spagna, Francia, Argentina e Brasile; dal 1939, rimpatriato definitivamente, si dedicò agli studi e all'insegnamento. Si devono alla sua iniziativa istituti culturali di alto prestigio, come il Colegio de México (1940) e il Colegio Nacional (1945). La sua grandiosa biblioteca è divenuta, dopo la morte, un centro di cultura (Capilla Alfonsina). Reyes è la più compiuta figura di umanista del Messico moderno. Lasciò 21 raccolte di versi (da Huellas, 1922, Orme, a Nueve romances sordos, 1954, Nuovi romanzi sordi), quasi un centinaio di opere in prosa (racconti, saggi letterari, storici, estetici), traduzioni dall'inglese e francese, memorie e articoli. Insaziabile curiosità di sapere, acuta intelligenza e sensibilità, ne fanno una sorta di Goethe latino-americano. Fra le sue raccolte poetiche si ricordano; Ifigenia cruel (1924; Ifigenia crudele) e Yerbas del Tarahumara (1934; Erbe del Tarahumara); fra le narrazioni: Verdad y mentira (1950; Verità e menzogna) e Arbol de pólvora (1953; Albero di polvere), fra gli innumerevoli saggi: Visión de Anáhuac (1917; Visione di Anáhuac), El cazador (1921; Il cacciatore), Las vísperas de España (1937; Le vigilie di Spagna), El deslinde (1944; Il confine) e La X en la frente (1952; La X sulla fronte); e inoltre, Capítulos de literatura española (1939, 1945; Capitoli di letteratura spagnola) e Trazos de historia literaria (1951; Tratti di storia letteraria).

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