Ricòrdi (letteratura)

raccolta di massime di Francesco Guicciardini comprendente 221 pensieri o aforismi, rielaborati dall'autore dal 1525 al 1530. L'osservazione diretta della realtà offre lo spunto alla riflessione guicciardiniana, che si risolve in un elogio della “discrezione”, cioè della capacità di adeguarsi alla realtà sempre mutevole, e in una codificazione del “particolare”, cioè dell'interesse individuale inteso come movente dell'azione politica. La profonda convinzione dell'irripetibilità della storia e dell'impossibilità di formulare una scienza politica spiega lo scetticismo di Guicciardini, ma anche il suo pessimismo, che sfiora la sublimità di alcune massime dell'Ecclesiaste. Ma se, nei Ricordi, Guicciardini è grandissimo moralista, non cessa tuttavia di essere uno storico che cerca di ridefinire continuamente una realtà dalla quale, come politico, è ormai estromesso. Polemico o indifferente nei riguardi dei problemi religiosi, decisamente ostile a ogni residuo di mentalità provvidenziale o di fede nei miracoli, Guicciardini è però sensibile alla prassi elementare della morale cristiana. I Ricordisono considerati l'opera più personale di Guicciardini, ammirati per il rigore stilistico che s'identifica con l'acume intellettuale.

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