Rolfing

s. inglese [dal nome di Ida Rolf], usato in italiano come sm. Metodo terapeutico della medicina alternativa, chiamato anche integrazione strutturale, messo a punto negli anni Cinquanta del secolo scorso dalla statunitense Ida Rolf (1896-1979), laureata in biochimica e fondatrice dell'istituto che porta il suo nome (1971), con sede in Colorado. Secondo i seguaci di questa teoria, la malattia è conseguenza di traumi fisici o emotivi che lasciano un segno su muscoli e tessuto connettivo (il cosiddetto sistema miofasciale), oltre che di un disallineamento dell'apparato scheletrico rispetto al baricentro del corpo; secondo la Rolf, quando lo scheletro non è in asse, per esempio a causa di una postura scorretta, la forza di gravità anziché contribuire all'equilibrio strutturale, esercita una pressione sulle ossa che rende instabili e obbliga a compiere uno sforzo innaturale per mantenersi eretti. Lo stress che nasce dal fatto di contrastare continuamente la forza di gravità, oltre a causare danni a livello muscoloscheletrico, provocando tensione e irrigidimento persistenti, influirebbe sull'efficacia della respirazione e infine comprometterebbe la capacità di autoguarigione del corpo. La pratica del Rolfing consiste nel massaggiare con decisione i muscoli contratti dove si è accumulato lo stress per rilassarli e favorirne l'allungamento; tale manipolazione profonda può risultare dolorosa a livello dei punti dove si sono formati noduli e indurimenti. Anche se il Rolfing non è ancora molto diffuso e le ricerche in merito scarseggiano, alcuni medici ammettono possa rivelarsi benefico contro lo stress e un articolo apparso nel 1988 sulla rivista Physiological Therapy ne ha studiato gli effetti positivi sulla lordosi nei soggetti in giovane età.

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