Sánchez Cotán, Juan Fray

pittore spagnolo (Orgaz 1561-Granada 1627). Per lungo tempo considerato nella sfera dei minori, la scoperta e la rivalutazione della sua personalità sono contributi recenti della critica moderna, che ha visto nella sua opera una delle più interessanti esperienze per gli sviluppi di quella “pittura della realtà” di cui Velázquez, Zurbarán e Murillo furono i grandi interpreti. Punti sicuri di riferimento sull'attività dell'artista anteriore al 1604 (anno in cui entrò come fratello laico nella certosa di Paular) sono due bodegones (nature morte con legumi, fiori e oggetti) conservati al Museo Provincial de Bellas Artes di Granada e alla Fine Arts Gallery di San Diego in California. Il rigore costruttivo di queste due pitture, la sapienza di disporre insieme i vari elementi compositivi e d'altro canto di isolarne le singole forme come presenze metafisiche, la resa dei violenti effetti di luce per incidenze diagonali, la trattazione magistrale dei fondi scuri rivelano esperienze di Sánchez Cotán strettamente connesse al caravaggismo. Quella che viene considerata la seconda fase dell'attività del pittore, essenzialmente accentrata su soggetti religiosi, è rappresentata principalmente dalle pitture con Storie della vita di S. Bruno e di altri santi (1615-17), eseguite nel chiostro della certosa di Granada, dove l'artista si era trasferito nel 1612. Nelle opere successive (Visione di S. Francesco, 1620, Siviglia, cattedrale) l'artista, che probabilmente soggiornò a Siviglia entrando in contatto con i maggiori esponenti di quella scuola, volse la sua pittura al realismo tenebrista.

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