San Donà di Piave

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comune in provincia di Venezia (45 km), 3 m s.m., 78,73 km², 35.417 ab. (sandonatesi), patrono: Madonna del Colera (24 settembre).

Centro situato sulla sinistra del fiume Piave, poco a monte dell'imbocco del canale Gran Taglio di Piave. Nel suo territorio nei sec. VIII-IX si stabilì una comunità di sopravvissuti a diverse calamità, che si sviluppò fino a formare una gastaldia, poi ceduta da Treviso a Venezia al momento della definizione dei confini della Venetia Maritima. Fondato sul luogo attuale nel sec. XII da pescatori e agricoltori ai margini della palude, il paese svolse un ruolo importante nel coordinamento delle opere di bonifica che trasformarono gli acquitrini del basso Piave in fertili pianure. Durante il governo napoleonico, e poi sotto gli austriaci, fu sede della prefettura del dipartimento adriatico. Fu interamente ricostruito dopo il primo conflitto mondiale. Nell'abitato, di aspetto moderno con pianta a raggiera, sorge il duomo: distrutto anch'esso nel corso della prima guerra mondiale e ricostruito nel 1925, ha un campanile alto 76 m, isolato dal corpo centrale. § L'economia si basa sull'agricoltura (cereali, uva da vino, ortaggi, frutta, foraggi), sull'allevamento bovino e sull'industria, attiva nei comparti alimentare, tessile, ottico, edile, chimico, elettrotecnico, dell'arredamento (mobili), delle materie plastiche, delle arti grafiche, dell'abbigliamento, del recupero e della preparazione per il riciclaggio, della lavorazione dei metalli e del legno.

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