Vicènza (provincia)

Indice

provincia del Veneto, 2725 km², 852.242 ab. (stima 2007), 308 ab./km², capoluogo: Vicenza. Comuni: 121. Sigla: VI.

Generalità

La provincia di Vicenza, limitata dalle province di Belluno, Treviso, Padova, Verona e Trento, è caratterizzata da una varietà di aspetti che ben riflettono la morfologia articolata del suo territorio. Ormai affermata nel suo sviluppo industriale, conserva tuttavia il fascino dei suoi luoghi d'arte e dei suoi paesaggi montani.

Territorio

Il territorio è formato da alcune unità morfologiche nettamente individuate: prevalgono i rilievi prealpini e subalpini in una larga fascia che occupa interamente il settore settentrionale e occidentale della provincia; la pianura interessa i settori centrale, orientale e meridionale, dove però si elevano isolate le basse colline chiamate monti Berici. La sezione nordorientale comprende il massiccio del monte Grappa, al confine con le province di Treviso e di Belluno, separato mediante il profondo solco del canale di Brenta dall'altopiano dei Sette Comuni; delimitato a W e a N rispettivamente dall'incisione profonda della val d'Astico e dalla Valsugana, l'altopiano si presenta come un poderoso zoccolo calcareo con vistose manifestazioni carsiche. Gli stessi caratteri geomorfologici offre il meno esteso altopiano di Tonezza, compreso tra le valli d'Astico e di Posina, oltre al quale si spingono verso SE le propaggini sudorientali del complesso del Pasubio, al confine con il Trentino-Alto Adige. Dell'altopiano dei monti Lessini appartengono al territorio vicentino i contrafforti sudorientali, incisi dalle valli del Chiampo e dell'Agno e delimitati a N dalla valle del Leogra. Il fiume principale è il Brenta, che attraversa il settore nordorientale del territorio, mentre il Bacchiglione è un tipico corso d'acqua di risorgiva, alimentato anche dalle acque del Retrone e del Tesina. In un territorio così multiforme il clima presenta notevoli variazioni: sull'altopiano dei Sette Comuni e sul Pasubio copiose nevicate si accompagnano a fresche estati, mentre in pianura le piogge sono scarse e le estati calde e spesso afose, benché un po' mitigate presso i monti Berici. Sia per il comparto agricolo, storicamente forte, sia per la precoce propensione industriale delle valli dell'Agno, del Leogra e dell'Astico, il Vicentino non ha mai conosciuto un'emigrazione pari a quella di altre province venete: è sempre stata, quindi, una terra popolosa, che si presenta agli inizi del terzo millennio con una percentuale di stranieri fra le più alte della regione. Quello che è invece cambiato, spesso in peggio, è l'aspetto del territorio: a partire dal secondo dopoguerra la fascia pedemontana è andata per ampi tratti saturandosi di capannoni e complessi commerciali, vedendo al contempo la crescita caotica di centri come Bassano del Grappa, Schio, Valdagno, Arzignano, Thiene e Montecchio Maggiore. Più integri sono rimasti sia l'altopiano dei Sette Comuni sia, a S del capoluogo, i monti Berici, dove solo Lonigo è un abitato di una certa consistenza. Nella stessa Vicenza il pregevole centro storico è abbracciato da un'urbanizzazione senza carattere, che ha avuto come assi di crescita la SS 53 verso Treviso e la SS 11 in direzione di Padova. L'espansione economica ed edilizia non è stata accompagnata da un sufficiente potenziamento delle comunicazioni, che vedono accanto alle ferrovie Torino-Trieste e Venezia-Treviso e alle autostrade A4 e A31 una rete di strade statali e provinciali fitta, ma non adeguata all'intenso traffico.

Economia

Il principale settore economico della provincia di Vicenza è il secondario, con industrie storiche (comparto tessile a Schio-Thiene-Valdagno), tradizioni artigiane (lavorazione dell'oro a Vicenza, del mobile a Bassano del Grappa, della ceramica a Nove) e nuove produzioni (concia delle pelli ad Arzignano e nella valle del Chiampo, elettromeccanica a Montecchio Maggiore e Arzignano). Queste produzioni sono all'origine dei numerosi distretti industriali che caratterizzano la provincia di Vicenza. Tale prepotente sviluppo ha comportato l'inevitabile ridimensionamento del settore primario, che resta comunque importante sia per alcuni prodotti agricoli (cereali, ortaggi, frutta, uva, barbabietole da zucchero, foraggi) sia per la produzione di latte. Il terziario è in crescita, sia per i processi di delocalizzazione industriale (trasferimento delle fabbriche nell'Europa dell'Est (dove la manodopera è meno costosa) sia per il potenziamento dei comparti finanziario, commerciale e, soprattutto, turistico. Quest'ultimo ha nel centro storico di Vicenza e nelle ville di Palladio gli elementi di maggior richiamo dal punto di vista artistico, ma altre mete frequentate sono Bassano del Grappa, i luoghi della Grande Guerra (Pasubio e monte Grappa) e i complessi di archeologia industriale di Valdagno e Schio. Un notevole sviluppo hanno avuto nel secondo dopoguerra il turismo termale (Recoaro Terme) e quello montano, sia estivo sia invernale: i principali centri alpini sono Asiago, Tonezza del Cimone e Gallio.

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