San Marco Argentano

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comune in provincia di Cosenza (51 km), 426 m s.m., 78,28 km², 7635 ab. (sammarchesi), patrono: san Marco (25 aprile).

Centro situato sul versante occidentale del Vallo del Crati. Di antiche origini, sembra sia la bruzia Argentanum citata da Tito Livio. Venne occupato da Roberto il Guiscardo nel 1048 e trasformato in città fortificata, base per la conquista della Calabria. Divenuto contea dei Rinaldo da Guasto (1214) e di Restaino de Agot (1283), ebbe altri feudatari tra cui i Sanseverino, i Gaetani (1642) e da ultimo i marchesi di Fuscaldo (1686-1806). Dal sec. XI è sede episcopale.§ L'ex cattedrale di San Giovanni Battista ha origine normanna ma nei secoli successivi venne più volte ristrutturata; l'interno, in stile barocco, conserva una tavola quattrocentesca di San Nicola; nella cappella del Sacramento è un ciborio in marmo del primo Cinquecento. L'imponente torre normanna (o di Drogone) voluta da Roberto il Guiscardo (sec. XI), alta 18 metri, è suddivisa in cinque piani con ambienti circolari. La chiesa della Riforma, originaria dei sec. XIII-XIV, venne rimaneggiata più volte fino ad assumere nel sec. XVIII un aspetto barocco; il portale è archiacuto, il campanile a vele, la fiancata destra ha le monofore originali e nella cappella del Sacramento resta un affresco trecentesco.§ L'economia si basa principalmente sull'agricoltura (ortaggi, cereali, olive, uva) e sull'allevamento. Sono presenti alcune imprese artigianali che lavorano la terracotta.§ Nei dintorni sorgono i resti dell'abbazia di Santa Maria della Matina, costruita nel sec. XI, in seguito riedificata (sec. XII) secondo i canoni cistercensi e poi adibita a fattoria; dell'edificio abbaziale rimangono parte della parete del chiostro e la bella sala capitolare, a tre navate divise da colonne polistili su cui poggiano le volte a crociera.

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