Santayana, George

filosofo spagnolo (Madrid 1863-Roma 1952). Fu educato in America e frequentò ad Harvard i corsi di Royce e James; studiò quindi a Berlino con Paulsen e in Inghilterra all'Università di Cambridge. Professore ad Harvard, ritornò dopo il 1912 in Europa, vivendo negli ultimi anni a Roma. Nella prima fase del suo pensiero, identificabile con il periodo americano, ed espressa soprattutto dall'opera La vita della ragione, Santayana distingue tra la sfera irrazionale della vita, che alla sua radice è solo forza, flusso universale, e la sfera ideale della ragione, che, pur essendo un epifenomeno della vita stessa, fondato sulla sua fattualità, ne costituisce la costrizione in una “forma migliore”, secondaria e relativa, ma tale da esserne la giustificazione e la finalizzazione. Questa distinzione si chiarisce nelle opere del periodo europeo, soprattutto ne I regni dell'essere, divenendo contrapposizione di essenza ed esistenza. L'essenza è puro dominio intemporale del logico, delle forme ideali, contrapposto al regno del divenire spazio-temporale, l'esistenza. La conoscenza si rivolge sempre alle essenze, che fungono da simboli dell'esistente, il quale è solo conosciuto indirettamente: di esso dà garanzia solo la fede animale. Legata da un nesso simbolico e sempre problematico al reale (dove si esprime il carattere di realismo critico del pensiero di Santayana), la conoscenza si distingue, in quanto attiva, dalla contemplazione, che è pura fruizione distaccata dei valori, non-attiva e autosufficiente. Suoi scritti principali: Il senso della bellezza (1896), La vita della ragione, ossia le fasi del progresso umano (1905-06), Egoismo nella filosofia tedesca (1916), Scetticismo e fede animale (1923), Il platonismo e la vita spirituale (1927), I regni dell'essere (4 vol.: Il regno dell'essenza, 1927; Il regno della materia, 1930; Il regno della verità, 1938; Il regno dello spirito, 1940).

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