Sivìglia (città)

Indice

(Sevilla). Capoluogo della provincia omonima e della comunità autonoma dell'Andalusia (Spagna), 10 m s.m., 700.169 ab. (2013).

Generalità

Situata sulla sponda sinistra del fiume Guadalquivir, la città conserva nel suo centro storico le caratteristiche acquistate durante la dominazione araba (strade strette e tortuose, piazzette, vicoli ciechi). L'espansione urbanistica è avvenuta soprattutto nel Novecento, a iniziare dall'Esposizione Ibero-americana del 1929. In occasione delle manifestazioni dell'Expo (1992) la città ha subito un riassetto urbanistico, con la realizzazione di un nuovo sistema viario attorno al centro storico e la creazione di nuove importanti direttrici verso l'esterno, accompagnando alla decentralizzazione un recupero dell'area centrale. L'Expo (le cui strutture sono state successivamente riconvertite in “parco tecnologico”) è sorta sull'isola della Cartuja, un'area ai margini del centro storico fra l'antico corso del Guadalquivir e quello nuovo, tracciato negli anni Settanta per difendere la città dalle inondazioni. Siviglia è stata dotata di nuove infrastrutture (autostrada e ferrovia ad alta velocità, sette ponti cittadini) e di importanti strutture pubbliche, quali l'aeroporto, la stazione e il palazzo della Cultura. Città di radicate tradizioni culturali, è sede di università (dal sec. XV) e di numerose altre istituzioni (Accademie di lettere e arti, Archivio delle Indie, Biblioteca Colombiana ecc.). Nel 1987 l'Alcazar, la Cattedrale e l'Archivio delle Indie sono stati inclusi nel patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Siviglia è la patria di pittori famosi come Velázquez e B. E. Murillo e dei poeti A. Machado e V. Aleixandre, premio Nobel per la letteratura nel 1977. La città è considerata la “capitale” del flamenco, l'espressione più significativa del folclore andaluso.

Storia

Città di probabile fondazione iberica, dovette il suo nome antico di Híspalis, secondo un'etimologia probabilmente apocrifa di sant’ Isidoro (Etymologiae), all'essere stata costruita su palafitte o pali. I Fenici, che vi giunsero risalendo il corso del Betis (poi Guadalquivir), vi dedicarono un tempio a Ercole, mitico fondatore riconosciuto più tardi anche dai Romani. Giulio Cesare, che la conquistò nel 45 a. C., la chiamò Colonia Julia Romula e le diede molta importanza in contrapposizione alla Corduba di Pompeo, fortificandola e dando sviluppo al commercio dell'olio. In essa risiedette ripetutamente e batté moneta. Per qualche tempo Siviglia fu anche capitale della provincia romana della Betica. Dominata successivamente dai Vandali di Gunderico, dagli Svevi e dai Visigoti (461-711), ebbe nel vescovo Isidoro la massima figura dell'epoca romano-barbarica. Nel 712 la conquistò il moro Muza e fino al 1248 fu una delle più belle, ricche e celebrate città della Spagna musulmana, rivaleggiando ancora con Cordova. Ricostruita e ingrandita più volte, dopo le distruzioni operate dai Normanni (sec. IX) e dagli Arabi cordovesi (sec. XI e XII), la Ixvilia musulmana ebbe il suo massimo splendore come capitale del regno autonomo della dinastia Abbadide, e in particolare sotto i re al-Muʽtadid (1042-68) e al-Muʽtamid (1068-91); quest'ultimo, conquistatore di Cordova e squisito poeta, fu detronizzato ed esiliato nel 1091 dagli Almoravidi, da lui stesso chiamati in soccorso contro i Castigliani. Caduta in potere degli Almoravidi e poi, per un secolo (1146-1248), degli Almohadi, Siviglia decadde; ma dopo la conquista cristiana (1248) rifiorì, soprattutto a opera del re dotto, Alfonso X, figlio del conquistatore Ferdinando III, che tenne corte e accademia di scienze nell'antico Alcázar musulmano. Dal sec. XII al XVI fu la città più importante di Spagna e in particolare, dopo la scoperta dell'America, “porto e porta delle Indie”, centro commerciale attivissimo (Casa de Contratación, 1503; Casa de la Moneda) ed emporio internazionale. Nel 1588 aveva ca. 150.000 abitanti. Poi seguì la decadenza generale della Spagna, aggravata dalla scelta di Cádice come porto unico dei traffici con l'America e dal centralismo madrileno. Nel 1787 Siviglia non raggiungeva nemmeno gli 80.000 abitanti, sebbene la dinastia borbonica e in particolare Carlo III, attraverso l'“illuminato” intendente P. de Olavide, avessero dato impulso alla ripresa. Nel 1729 venne firmato a Siviglia un trattato tra la Spagna, la Francia e l'Inghilterra, che regolava le questioni sorte dalla guerra di successione, presto superato, però, dalla nuova guerra europea (successione polacca). Nel 1808 fu per un momento la capitale del regno, come sede della Giunta Suprema, cadendo poi in mano francese. La città fu conquistata dalle truppe nazionaliste di Queipo de Llano pochi giorni dopo l'inizio della sollevazione franchista contro il governo repubblicano (luglio 1936), servendo poi da base per la conquista dell'Andalusia.

Arte

Sotto la dominazione degli Abbadidi (1023-91) e soprattutto degli Almohadi (1146-1248), Siviglia conobbe una grande fioritura artistica e si arricchì di importanti monumenti. Tra questi il più celebre è l'Alcázar, iniziato nel sec. XII, completato in stile mudéjar (1364-78) e ampliato ancora nel sec. XVI da Carlo V. Ha pianta quadrangolare, articolata intorno al Patio de las Doncellas, decorato da splendidi azulejos, sul quale si aprono il Salone degli Ambasciatori, coperto da una cupola (sec. XIV), il Salone di Carlo V, con bellissimi soffitti intagliati del sec. XVI, e altri ambienti minori. Alla dominazione araba risalgono anche la Torre del Oro (sec. XII), collegata all'Alcázar da mura, e la moschea (sec. XII). Questa fu poi trasformata in cattedrale cattolica nel sec. XV, conservando della parte originaria solo il minareto quadrangolare, detto Torre de la Giralda (1171) per la bandierina segnavento aggiunta sulla parte terminale nel 1588, e il Patio de los Naranjos, cui si accede per la Porta del Perdono (battenti bronzei del sec. XII). Nell'interno della cattedrale, che ripete sostanzialmente la struttura della moschea, si conservano numerose opere d'arte, che testimoniano della floridezza della città nei sec. XVI-XVII. Particolarmente notevole, nell'abside, la Cappella Reale (1551-75), dove si trova l'urna d'argento di san Ferdinando (1717); nella Sacrestia de los Cálices, di D. de Riaño (1529), si trovano tele di B. E. Murillo, F. de Zurbarán, L. Tristán; nella coeva Sacrestia Maggiore notevoli oggetti di oreficeria (croci, reliquiari, ostensori) e nella Sala capitolare, anch'essa cinquecentesca, un'Immacolata Concezione di Murillo. Numerose sono le altre chiese e le costruzioni cinque-secentesche, fra le quali la Lonja (sede dell'Archivio delle Indie, preziosa documentazione della colonizzazione spagnola delle Americhe), la Casa de Pilatos, Santa Paula, la Madre di Dio, Santa Chiara, la Maddalena, l'Ospedale della Carità, l'Università ecc. Il Museo Archeologico raccoglie notevoli reperti iberi e romani provenienti dagli scavi di Itálica. Il Museo di Belle Arti conserva opere dei sec. XVI-XVIII, con importanti tele di Murillo, Velázquez e Zurbarán. La città ha un posto importante nella storia del teatro spagnolo, soprattutto per le grandi feste indette sin dal Cinquecento in occasione del Corpus Domini e per aver dato i natali a Lope de Rueda (1505-65), ospitandone anche i primi lavori teatrali, testimoniati da una pagina famosa di Cervantes. I primi luoghi che ospitarono spettacoli furono, come in tutta la Spagna, semplici corrales, poi sostituiti da veri e propri teatri, tra i quali il Coliseo, eretto dal Municipio nel 1616 e considerato allora il più grande e il più lussuoso del Paese. I numerosi incendi e le remore poste dall'Inquisizione ne decretarono però la fine nel giro di pochi decenni. Poi, nel sec. XVIII, furono tollerate soltanto esibizioni di ballerini e di funamboli. La rinascita si ebbe soltanto nel sec. XIX, con la fioritura di teatri piccoli e grandi, i più importanti dei quali sono il San Fernando per la lirica e il Cervantes per la prosa.

Economia

Massimo centro commerciale della Spagna meridionale, Siviglia dispone anche di una notevole industria, attiva soprattutto nei settori navale, tessile e chimico. Città ricca di tradizioni storiche, artistiche e folcloristiche, è meta ricercata del turismo internazionale e attivo centro finanziario; il terziario è legato anche alle funzioni amministrative e politiche della città, nonché alla sua grande università. Servita da varie linee ferroviarie e stradali, è dotata di un porto accessibile a navi fino a 12.000 t di stazza; rispetto al passato, le attività del porto si sono tuttavia ridotte. Aeroporto.

Curiosità e dintorni

Durante la Settimana Santa hanno luogo ogni giorno lunghe processioni, durante le quali i membri delle oltre cinquanta confraternite della città portano a spalla imponenti statue con sontuose decorazioni, raffiguranti Cristo, la Vergine Maria e scene della Pasqua. Dal 15 al 21 di aprile si svolge la Fiera di Aprile, durante la quale accanto al mercato hanno luogo manifestazioni culturali, musicali, teatrali e di sevillanas, una popolare danza tradizionale risalente al sec. XV, accompagnata da chitarra e nacchere. A 8 km dalla città è il sito archeologico di Itálica, città fondata nel 206 a. C. dai Romani e distrutta dagli Arabi nel sec. VII. Vi nacquero gli imperatori Traiano e Adriano. Di grande interesse sono il vasto anfiteatro, il teatro, le terme, l'acquedotto e una serie di mosaici.

Bibliografia

I. de las Cagigas, Sevilla almohade, Madrid, 1951; J. González, Repartimiento de Sevilla, Madrid, 1951; P. Chaunu, Séville et l'Atlantique, 12 voll., Parigi, 1955-59; E. Sordo, Moorish Spain, Novara, 1971; Z. Placer, Séville passé et présent, Parigi, 1986.

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