Skolimowski, Jerzy

regista cinematografico polacco (Varsavia 1938). Giovane talento nouvelle vague, portato all'autobiografia tenera e amara, collaborò dapprima come sceneggiatore con A. Wajda per Niewinni czarodzieje (1960; Ingenui perversi) e con R. Polanski per Noz w wodzie (1962; Il coltello nell'acqua), poi affrontò con la cinepresa un personaggio di giovane inquieto e spostato, da lui stesso impersonato in Rysopis (1964; Segni particolari, nessuno) e in Walk over (1965). Terzo anello di questa ideale trilogia fu Bariera (1966; Barriera), storia di uno studente di medicina in conflitto con una società prefabbricata. Bloccato dalla censura polacca un quarto film, Mani in alto! (1967-68), ancora sull'ambiente dei giovani medici, il regista proseguì all'estero (in Belgio, con Le départ, 1967, Il vergine) un'attività non sempre felice, ma che nel caso del film britannico Deep End (1970, La ragazza del bagno pubblico) gli garantì un meritato successo internazionale, confermato in seguito da opere come The Shout (1978; L'australiano), Moonlighting (1982), amara metafora politica, allusiva al regime militare in Polonia, e Success Is the Best Revenge (1984; Successo a ogni costo), nuovamente sulla patria lontana, ricreata su frammenti del ricordo. Poco riuscito un tentativo di produzione americana, il noir Lightship (1985; La nave faro), seguito dalla produzione italo-francese Acque di primavera (1989) e da Ferdydurke (1991; 30 Door Key). Nel 2008, dopo un periodo di assenza, girava due film: Cztery noce z Anna e America, mentre nel 2010 presentava alla Mostra del Cinema di Venezia Essential Killing, interpretato da V. Gallo.

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