Storck, Henri

cineasta belga (Ostenda 1907-1999). Tra i maestri del documentarismo internazionale, esordì attorno al 1930 con poemetti visivi d'ispirazione surrealista (Images d'Ostende, La mort de Vénus, Idylle à la plage). Dopo aver collaborato con J. Vigo per Zéro de conduite, realizzò il film di montaggio Histoire du Soldat inconnu (1932), satira antimilitarista, e il film di montagna Trois vies et une corde (1933) con musiche di M. Jaubert. Recò poi un contributo al documentarismo sociale con Borinage (1933), firmato con J. Ivens, e con Les maisons de la misère (1937). Importante la sua produzione anche nel cinema di esplorazione e in quello etnografico e sul folclore belga, in particolare da Regards sur la Belgique ancienne (1936) a Fêtes de Belgique (1972) e soprattutto il suo capolavoro: il lungometraggio in cinque parti Symphonie paysanne (1942-44). Con Le monde de Paul Delvaux (1946) e Rubens (1948, con P. Haesaerts) stabilì due punti fermi, altissimi, del cinema sull'arte. Fu meno fortunato nel film con attori (Le banquet des fraudeurs, 1951). A partire dagli anni Cinquanta si occupò, in prevalenza, di cinema industriale (Couleur de feu, 1957, sulla siderurgia belga) e scientifico (Les gestes du silence, 1960, sul linguaggio dei sordomuti; Variations sur le geste, 1962), rielaborando materiali (Les merveilles de la forêt africaine, 1969) e temi precedenti (Paul Delvaux ou les femmes défendues, 1970). Altri film: Ciné-Maffia (1980), Permeke (1985).

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