Szabó, István

regista cinematografico ungherese (Budapest 1938). Premiatissimo alfiere del giovane cinema uscito dallo studio B. Balázs, esordì coi cortometraggiConcerto (1961), Variazioni su un tema (1961) e Tu (1963), prima di affermare una personalità lirica matura, sviluppando gli stessi temi nei film L'età delle illusioni (1964), Il padre (1966), uno dei più importanti del nuovo cinema magiaro, e Film d'amore (1970). Tornato al cortometraggio con Sogno di una casa (1972), lo allargò poi a 25, via dei Pompieri (1973), dipingendo con maestria un quadro vario e drammatico del caseggiato della sua infanzia in un quartiere di Budapest. La stessa fusione non gli riuscì nel ridondante Racconti di Budapest (1977), cui seguì La fiducia (1979, Orso d'argento a Berlino), incontro d'amore nella Budapest del 1944 occupata dai nazisti. Accantonati i riferimenti autobiografici, in Mephisto (1981) si rivolse quindi con sorprendenti risultati – vincendo tra l'altro il premio Oscar e rivelando l'attore austriaco K. M. Brandauer – alla parabola artistico-politica dell'attore tedesco G. Gründgens; del 1985 è l'eccellente biografia Il colonnello Redl. Capitolo conclusivo della trilogia storica su potere, arte e decadenza è Hanussen (1988). Felice la riuscita di Tentazione di Venere (1991), commedia drammatica ambientata nel mondo del teatro d'opera e Dolce Emma, cara Böbe, premiato a Berlino nel 1992. Dopo una lunga pausa, Szabó ha girato l'ottimo A torto a ragione (2002), ambientato all'epoca della seconda guerra mondiale.Nel 2004 ha diretto Being Julia, tratto da un romanzo di Somerset W. Maugham.

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