Te Deum

solenne inno di lode e di ringraziamento in onore della Santissima Trinità. Si compone di due parti con l'aggiunta di alcuni versetti di salmi. La prima parte è una lode del Padre, la seconda del Cristo. Sembra il risultato di una composizione di passi diversi, sorti in periodi differenti. Un'antica leggenda ne attribuisce la composizione a Sant'Ambrogio e a Sant'Agostino, che l'avrebbero cantato alternativamente in occasione del battesimo di quest'ultimo. Nel sec. V ne era già prescritta la recita nelle domeniche nel monastero di Lérins; dall'epoca di San Benedetto lo si recita al termine dell'Ufficio notturno (Ufficio di lettura), nelle domeniche e nelle solennità (eccetto in Quaresima). È usato anche in molte altre occasioni, come canto di lode e di ringraziamento, per esempio nell'ordinazione del vescovo, dopo la Comunione, alla fine dell'anno. § Il Te Deum fu musicato da numerosi autori cinquecenteschi (tra cui P. da Palestrina e O. di Lasso) in stile polifonico a cappella; in seguito si ricorse spesso ad ampi organici corali e strumentali, per la solennità delle circostanze in cui l'inno veniva eseguito. Ne scrissero G. B. Lulli, H. Purcell, G. F. Händel e numerosi altri; nel sec. XIX si ebbero i grandi Te Deum di H. Berlioz (1849), G. Verdi (1898), A. Bruckner (1881) e A. Dvořák (1892).

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