comune in provincia di Sondrio (25 km), 441 m s.m., 32,47 km², 9044 ab. (tiranesi), patrono: san Martino (11 novembre).

Generalità

Cittadina situata sull'Adda, allo sbocco della val di Poschiavo nella media Valtellina. Si formò, pare, in epoca romana e derivò la sua importanza commerciale dalla posizione geografica, che divenne strategica quando nel Medioevo venne a trovarsi in zona di confine.

Storia

Appartenne dapprima ai vescovi di Como, che la cedettero agli Omodei, ai quali si deve il castello (sec. XI). Libero comune dal sec. XII, cadde in mano di altri feudatari e fu coinvolta nelle lotte tra guelfi e ghibellini, finché divenne possesso dei Visconti (1336); passata agli Sforza, fu fortificata da Ludovico il Moro (1427). Iniziò la decadenza quando la conquistarono i Grigioni (1512). Fu il primo dei borghi valtellinesi a dare vita alla strage dei protestanti detta “il Sacro Macello” (1620). Insorse contro gli austriaci nel 1848 e nel 1859.

Arte

L'abitato, attraversato dall'Adda, conserva una torre, tre antiche porte, parte delle mura di cinta e numerosi edifici rinascimentali e barocchi, il più pregevole dei quali è il palazzo Salis (con facciata fiancheggiata da due torri). La parrocchiale di San Martino (sec. XV) conserva il campanile di Jacopo di Valsolda (1479) e un bel portale. Il palazzo Quadrio Curzio (sec. XVI) ha sulla facciata una loggia settecentesca.

Economia

L'economia si basa sull'industria, attiva nei settori metalmeccanico, cartario, poligrafico, tessile, alimentare, edile, della lavorazione del legno e delle materie plastiche. L'agricoltura è rivolta alla coltivazione di ortaggi, alberi da frutto, foraggi e viti (con produzione di sassella, grumello, inferno e sfursat DOC). Si pratica inoltre l'allevamento bovino, che alimenta l'attività lattiero-casearia.

Dintorni

Nei dintorni, a Madonna di Tirano, sorge l'omonimo santuario, elegante costruzione rinascimentale (iniziata nel 1505) a pianta centrale, con bel campanile e interno fastosamente decorato che custodisce un organo in legno scolpito del Seicento; il campanile cinquecentesco è alleggerito da polifore. Presso la Casa del Penitenziere è ospitato il Museo Etnografico Tiranese, che conserva, tra l'altro, i preziosi paramenti donati al santuario dal cardinale Richelieu. Dalla stessa località parte la famosa Ferrovia Retica (il “trenino rosso del Bernina”), uno spettacolare percorso ferroviario (a un'altitudine di 2253 m, con vista sul ghiacciaio del Morteratsch e sul massiccio del Bernina), che termina a Sankt Moritz.

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