Milano (provincia)

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provincia della Lombardia, 1620 km², 3.122.977 ab. (stima 2007), 1917 ab./km², capoluogo: Milano. Comuni: 139. Sigla: MI.

Generalità

È la più popolosa e la più densamente abitata fra le province della regione. Si estende in parte nell'alta, in parte nella bassa pianura lombarda ed è delimitata dalle province di Varese, Como, Lecco, Bergamo, Cremona, Lodi, Pavia e Novara. Con l'istituzione della provincia di Lodi, nel 1992, ha perso una consistente porzione di territorio (61 comuni), corrispondente a quello che era definito il comprensorio di Lodi. Fa eccezione il comune di San Colombano al Lambro, che, rimanendo alla provincia di Milano, ne costituisce un lembo separato dal corpo principale: un'enclave. Altro territorio ha perso la provincia con la nascita della provincia di Monza e Brianza, istituita il 4 maggio 2004.

Territorio

Il territorio comprende un breve tratto della fascia collinare morenica subalpina, una larga fascia di alta pianura, formata da una serie di ripiani diluviali, in prevalenza ghiaiosi e sabbiosi, e un più breve tratto di bassa pianura, caratterizzata dalla presenza di materiale alluvionale più fine, poco permeabile, e di risorgive. I principali corsi d'acqua sono il Ticino e l'Adda, che però scorrono ai margini del territorio provinciale, attraversato nella sua fascia centrale dai più modesti fiumi Olona e Lambro, utilizzati come canali di scarico dei residui industriali. Proprio per salvaguardare lo stato di salute dei questi corsi fluviali è stata istituita una serie di riserve naturali, quali il Parco Adda Nord, il Parco della Valle del Lambro e il Parco Lombardo della Valle del Ticino. Fra i parchi, si segnalano anche il Parco Agricolo Sud Milano, il Parco Nord Milano e il Parco delle Groane, che tutelano ambienti di alta e bassa pianura. Il clima è di tipo semicontinentale, con estati calde e inverni freddi e nebbiosi; le precipitazioni sono copiose (fino a 1300 mm) e con due massimi in primavera e in autunno. L'elevato tasso di urbanizzazione che caratterizza la provincia è la principale causa dell'inquinamento atmosferico e del suolo. Nell'area di Milano, infatti, in parecchie giornate nebbiose, si forma lo smog, per la cospicua quantità di particelle in sospensione provenienti dalla combustione degli idrocarburi. Problematica è, inoltre, la gestione dei rifiuti urbani e industriali, anche se numerosi centri della provincia milanese spiccano nella pratica della raccolta differenziata. La provincia di Milano è per densità di abitanti la seconda fra quelle italiane dopo la provincia di Napoli. L'andamento demografico, nei primi anni del sec. XXI, è stato caratterizzato da una tendenza alla stabilizzazione, in linea con le percentuali regionali relative sia al tasso di crescita sia al saldo naturale, entrambi lievemente positivi. Va notata una forte diminuzione dell'immigrazione interna, negli ultimi decenni del sec. XX principale fonte di incremento della popolazione, e una crescita dell'emigrazione verso l'estero o verso le altre province italiane. Di contro, resta significativo l'apporto di immigrati esteri nelle principali località del Milanese. Più dei due quinti della popolazione residente in Lombardia vive in questa provincia. Le zone più popolate sono quelle settentrionali dell'alta pianura e i comuni intorno a Milano, dove più intensa è la concentrazione industriale e più articolate le attività terziarie. In quest'area si è creata una delle conurbazioni di maggiori dimensioni del contesto nazionale, che comprende, oltre al capoluogo, le città di Monza, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Legnano, Busto Arsizio, Gallarate (quest'ultime tre costituenti una sub-conurbazione che si estende a cavallo delle province di Milano e di Varese), Rho, Cologno Monzese, Bollate e decine di centri di minori dimensioni. Questa continuità insediativa è visibile anche oltre il confine del comune di Milano: in particolare verso NW, dove si ricongiunge con l'asse del Sempione; verso NE, dove prosegue fino alla Brianza; e verso S, dove i centri di San Donato e Melegnano costituiscono delle propaggini urbane lungo la A1. Questo enorme bacino urbano e demografico necessita di opportune infrastrutture, che devono svilupparsi non solo su scala provinciale ma sull'intera area metropolitana gravitante intorno al polo milanese. Il capoluogo lombardo rappresenta un nodo fondamentale della rete ferroviaria e stradale sia a livello nazionale sia per il pendolarismo interprovinciale. Oltre che dalle tre tangenziali (Ovest, Nord ed Est), il territorio della provincia è percorso da varie autostrade, quali la A1 (Autostrada del Sole), la A4 (principale asse che attraversa in senso longitudinale il Nord d'Italia, unendo Torino a Trieste), la A7 (Milano-Genova) e la A8 (Milano-Laghi). Importanti, inoltre, sono la SS 11, che tramite Milano collega il Piemonte e il Veneto, e la SS 33, che conduce al passo del Sempione.

Economia

Il ruolo egemone della provincia a livello nazionale (oltre un decimo del PIL), è manifestato anche da un'evidente completezza a livello di distribuzione delle attività economiche. Diverse migliaia di imprese operanti nel settore primario fanno della provincia un'importante realtà a livello agricolo in tutto il Norditalia; si tratta principalmente di agricoltura e allevamento intensivi e altamente meccanizzati, con sviluppo della produzione agroalimentare anche a livello industriale. Questo settore risente, però, della competizione per l'utilizzo del territorio: porzioni sempre più ampie di questo, infatti, sono sottratte all'uso agricolo per insediarvi industrie, centri commerciali, centri direzionali e aree abitative. L'industria, che ha costituito per parecchi decenni l'asse portante dell'economia del Milanese, ha assunto forme moderne a partire dal sec. XIX, innestandosi su una fiorente tradizione artigianale. I settori più sviluppati sono quelli metallurgico, siderurgico, meccanico, elettrotecnico, della meccanica di precisione, degli elettrodomestici, dell'ottica, alimentare, della gomma, grafico-editoriale, chimico, farmaceutico, petrolchimico, della produzione di fibre sintetiche, del vetro, della ceramica, della carta e dei materiali da costruzione. Alla fine del sec. XX si è registrata una flessione del settore chimico e un consolidamento dell'abbigliamento, della produzione di mobili e delle imprese operanti nell'alta tecnologia; si è assistito, inoltre, a un fenomeno di delocalizzazione, che ha mantenuto nella provincia le sedi direttive delle aziende, ma ha spostato, anche all'estero, parte o tutti gli impianti produttivi. Agli inizi del sec. XXI il compito di trainare l'economia provinciale è rivestito dal terziario: oltre due terzi della popolazione attiva opera nei servizi, principalmente nelle reti assicurative, finanziarie, nel turismo e nei servizi alle imprese. Importante è il comparto della ricerca e degli studi superiori, che vede Milano fra i principali poli universitari italiani. Caratteristica quasi unica a livello regionale è il netto incremento degli operatori nel settore del no-profit, la cui presenza è molto al di sopra della media nazionale.

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