Tréia

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comune in provincia di Macerata (15 km), 342 m s.m., 93,07 km², 9234 ab. (treiesi), patrono: san Patrizio (quarta domenica di agosto).

Centro della media valle del fiume Potenza. Di origini remote, fu insediamento romano con il nome di Trea e poi municipio, distrutto durante le invasioni barbariche e saracene. Ricostruito in posizione più sicura con il nome di Monteculum (poi Montecchio), fu libero comune nel sec. XI. Fu sottomesso ai Da Varano, poi a Francesco Sforza, quindi alla Chiesa. Nel 1790 Pio VI concesse l'uso del nome romano.§ Sono molte le testimonianze medievali: le mura dei sec. XIII-XIV, con le porte di Valsacco e di San Michele; il campanile duecentesco di San Marco; la chiesa gotica di San Francesco e quella di San Michele, rimaneggiate nel Seicento. Del Rinascimento rimangono l'ospedale vecchio, il Palazzo Municipale e pregevoli palazzi patrizi. Il Teatro Comunale è del 1821; l'Accademia Georgica, centro di studi agrari, sorta nel Settecento dall'Accademia letteraria dei Sollevati, è ospitata in un palazzo restaurato da Giuseppe Valadier, dove si trova anche l'archivio storico (con centinaia di pergamene e documenti). Nei dintorni vi sono numerose ville gentilizie.§ È centro agricolo con produzione di frumento, uva, olive, barbabietole, ortaggi e frutta. Sviluppato l'allevamento bovino, suino e avicolo. L'industria è attiva nei settori delle cucine, dei mobili, della plastica, delle confezioni e dei laterizi.

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