Vairano Patenòra

Indice

comune in provincia di Caserta (44 km), 168 m s.m., 43,69 km², 6259 ab. (vairanesi), patrono: san Bartolomeo (24 agosto).

Centro del Subappennino campano, alla destra del fiume Volturno. Sorto sulle rovine dell'antica Bairanum (numerosi i ritrovamenti archeologici), è citato dal 745. Compreso nel Ducato di Benevento, soggetto alla Contea di Teano, fu fortificato dai Normanni (sec. XII). Concesso poi da Enrico VI a Roffredo dell'Isola, abate di Montecassino, si ribellò e dovette sostenere un lungo assedio (1193) che riuscì a respingere. Nel sec. XV divenne feudo dei D'Avalos che vi fecero erigere un castello; in seguito ebbe numerosi altri feudatari. Fu danneggiato dai terremoti del novembre 1980 e del maggio 1984. La frazione Marzanello appartenne ai signori di Vairano e nel 1448 passò ai Marzano, dai quali prese il nome. § La parte antica del paese rappresenta uno dei più interessanti esempi di borgo medievale campano: è racchiusa entro una cinta di mura scandita da sedici torri, di cui molte trasformate in abitazioni, e da tre porte. Il castello, risalente alla fine del sec. XV, è rafforzato agli angoli da quattro alti torrioni cilindrici. Entro la cinta è anche la chiesa di San Tommaso (sec. XVIII-XIX), al cui interno sono un bel coro intagliato del Settecento e una tavola del Cinquecento, con predella e cornice intagliata dell'epoca. § L'industria è attiva nei settori alimentare, edile, dell'abbigliamento e della lavorazione del legno. L'agricoltura produce olive, frutta, grano, mais, foraggi e lupini; è diffuso l'allevamento di ovini, caprini e bovini di razza pregiata. § Nei dintorni sono i ruderi dell'abbazia cistercense della Ferrara (1171-79), che ebbe particolari privilegi da Federico II di Svevia. Al quadrivio di Taverna della Catena pare si sia svolto, il 26 ottobre 1860, l'incontro tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, passato alla storia come “incontro di Teano”.

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