Vallejo, César

poeta e narratore peruviano (Santiago de Chuco, Trujillo, 1893-Parigi 1938). Presto attirato dalla politica di contestazione, nel 1923 esulò in Francia, dove visse fino alla morte, salvo due parentesi nella Spagna repubblicana (1930-32 e 1937) e due viaggi in Russia (1928-29) da dove tornò comunista. Due libri di versi, Los heraldos negros (1918; Gli araldi neri) e Trilce (1922), furono pubblicati a Lima; una seconda edizione di Trilce e i Poemas humanos (1939), comprendenti anche España, aparta de mí este cáliz (Spagna, allontana da me questo calice, ispirato dalla tragica esperienza della guerra civile), furono pubblicati in Europa. Alcune narrazioni, Fabla salvaje (1923; Favola selvaggia), storia di una nevrastenia allucinatoria, Escalas melografiadas (1922), Tungsteno (1931), romanzo di propaganda rivoluzionaria e antiamericana, contribuiscono a chiarire le premesse e le tendenze di Vallejo. Le esperienze moderniste e quelle delle avanguardie europee, soprattutto francesi, sono il punto di partenza di Vallejo , ma agiscono subito su una sostanza spirituale e umanissima di dolore esistenziale e circostanziale: il cholo emarginato, il latino-americano espatriato ma sempre legato alla sua terra triste.

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