Velázquez, Diego Rodríguez de Silva y-

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pittore spagnolo (Siviglia 1599-Madrid 1660). Studiò con F. Pacheco apprendendo soprattutto l'arte del disegno, libero di seguire il proprio talento in tutto il resto. Le prime opere di Velázquez furono scene d'interno e di taverna nelle quali si realizza già pienamente il raffinato e sobrio realismo che segna tutta la pittura di Velázquez (Due giovani a tavola, Londra, Wellington Museum; La mulatta, Blessington, Dublino, collezione privata; La friggitrice d'uova, 1618, Edimburgo, National Gallery). Nominato pittore di corte di Filippo IV, si stabilì a Madrid, raggiungendo sicura fama con la produzione ritrattistica per la famiglia reale e per una ristretta cerchia di cortigiani. Il primo soggiorno italiano (1629-30) gli permise la conoscenza diretta della pittura rinascimentale, ma lasciò intatta la sua preferenza per la cultura veneta e per quella realistica, confermata su Caravaggio e i caravaggeschi. L'attività di Velázquez al rientro in Spagna fu ancora rivolta alla ritrattistica reale, con i numerosi ritratti equestri del re e i ritratti a figura intera del figlio Baltasar Carlos; sempre di commissione reale erano anche i celebri ritratti dei nani e dei buffoni di corte. Nel 1635 l'artista ricevette l'incarico di dirigere le decorazioni della nuova residenza del Buen Retiro; per il Salone dei re eseguì i ritratti equestri della famiglia reale, per la Stanza dei trionfi militari di Filippo IV La resa di Breda (ora a Madrid, Prado), fedele ricostruzione storica della vittoria di A. Spinola nei Paesi Bassi, lontana dal gusto allegorizzante della coeva cultura europea. Fra il 1649 e il 1651 Velázquez soggiornò ancora in Italia, soprattutto a Roma, dove godette di un vero trionfo con l'esposizione nel Pantheon del ritratto dell'allievo Juan de Pareja (1650, New York, Metropolitan Museum) e con l'esecuzione del ritratto di Innocenzo X (1650, Roma, Galleria Doria-Pamphili). Già da queste opere aveva inizio una costante ricerca di superamento stilistico, attuata attraverso la pennellata a “macchie distanti”, nella quale applicava direttamente sulla tela i tocchi di colore puro. Nell'ultimo decennio di vita, oltre ai soliti ritratti di corte (della regina Marianna, dell'infanta Maria Teresa, dell'infanta Margherita), Velázquez eseguì alcuni dei suoi massimi capolavori: la Venere allo specchio (1650, Londra, National Gallery) è un'interpretazione originalissima del tema del nudo, trattato con impressionante ed elegantissimo realismo; il famoso Las meninas (Le damigelle, 1656, Madrid, Prado) coglie un episodio quotidiano della sua vita di pittore di corte ed è risolto con un abile e singolare gioco spaziale (i sovrani sono fuori del quadro, accanto all'ideale spettatore, riflessi dallo specchio sul fondo). L'autonomia di Velázquez rispetto alla cultura figurativa del suo tempo fu tale che, nonostante la sua riconosciuta grandezza, solo gli impressionisti lo presero a modello, per chiare analogie di tecnica pittorica con l'ultimo periodo della sua attività. Il suo stesso interesse per la realtà apparente non fu lo strumento per rendere la drammaticità di una scena o di un volto, ma il mezzo impassibile e oggettivo per fissare l'immagine di una famiglia reale boriosa e impotente di fronte alla rapida decadenza del suo Paese.

Bibliografia

J. Ortega y Gasset, Velázquez, Madrid, 1955; Velázquez y lo Velázqueno, Catalogo della Mostra, Madrid, 1960; J. López-Rey, Velázquez. A Catalogue raisonné of his Oeuvre, Londra, 1963; B. de Pantorba, Tutta la pittura del Velázquez, Milano, 1964; P. M. Bacci, L'opera completa di Velázquez, 1969; J. A. Maravall, Velázquez e lo spirito della modernità, Genova, 1988.

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