Vitèllio, Àulo

(latino Aulus Vitellíus), imperatore romano (? 15-Roma 69). Di nobile origine, iniziò la carriera politica con Tiberio e godette poi dei favori dei successori, in particolare di Nerone col quale condivise le esibizioni al circo e i trionfi nel canto e nella cetra. Console nel 48 e poi proconsole in Africa, era legato delle legioni del Reno quando queste, ribellatesi a Galba, ai primi di gennaio del 69 lo acclamarono imperatore, sconfiggendo poi, a metà aprile, a Bedriacum (oggi Calvatone a E di Cremona) i sostenitori di Otone, nel frattempo sostituitosi a Galba alla testa dell'Impero. Entrato in Roma come in una città vinta, attirandosi così l'odio degli avversari sconfitti, Vitellio, già inviso alle classi più alte per il suo carattere volgare e indolente e privo di idee chiare, si alienò anche i pretoriani sostituendo, nei loro quadri, gli italici coi provinciali. Così quando le legioni orientali e danubiane che già avevano appoggiato Otone si pronunciarono per Vespasiano, Vitellio non poté difendersi adeguatamente: rimasti sconfitti i suoi sostenitori ancora a Bedriacum, in novembre, dalle forze di Vespasiano, egli, che per salvarsi aveva già rinunciato all'Impero, fu ucciso e gettato nel Tevere dagli avversari, entrati in Roma alla fine di dicembre.

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