Vittòria (regina di Gran Bretagna)

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regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, imperatrice delle Indie (Londra 1819-Osborne, isola di Wight, 1901). Battezzata Alexandrina Vittoria, figlia unica di Edoardo, duca di Kent e quarto figlio di Giorgio III, salì al trono nel 1837 alla morte dello zio Guglielmo IV e fu incoronata nel 1838. Incapace di occuparsi degli affari di Stato, fu all'inizio guidata dal premier, lord Melbourne, whig, cui si legò d'amicizia, mostrando propensione per il suo partito. Nel 1840 sposò il cugino, principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, che tenne dapprima al di fuori dei problemi di governo, subendone però ben presto la positiva influenza e affiancandolo strettamente alla sua attività pubblica, anche per consiglio di lord Melbourne. Da quel momento i ministri, contrariamente a quanto accadeva prima, dovettero tener conto anche delle opinioni della corte, ciò che rese difficili i rapporti col ministro degli Esteri, lord Palmerston (1846-51) e portò alla coalizione governativa di lord Aberdeen (1852-55), sostenuta dalla regina. Morto Alberto nel 1861, che aveva avuto nel 1857 il titolo di principe consorte, la regina Vittoria ne risentì profondamente, tanto più che erano ormai scomparsi anche i suoi primi consiglieri, Melbourne, Peel, Wellington e Aberdeen. Pur dichiarandosi favorevole ai liberali, non poté sopportare uno dei maggiori leader del sec. XIX, Gladstone, mostrando invece più simpatia al suo antagonista conservatore, Disraeli, che non faticò a renderla sostenitrice del partito tory e che nel 1876 introdusse una legge che le conferiva il titolo di imperatrice delle Indie. Il suo lungo regno (oltre 60 anni) fu quanto mai salutare per la monarchia inglese, che, del tutto screditata quando salì al trono, riguadagnò la stima dei sudditi britannici, fino a essere solidamente radicata nella devozione del Paese, grazie anche alla correttezza della vita di corte, del tutto aliena dalle sregolatezze, dagli scandali e dalle dissipazioni a lei precedenti, in particolare di Giorgio IV, e grazie anche alla sua mentalità che la faceva sentire tanto più vicina alla classe media e agli uomini comuni che non agli aristocratici e agli intellettuali. Il suo regno conobbe comunque un'eccezionale fioritura di attività intellettuali, commerciali e industriali. Fu anche un periodo di intensa espansione coloniale che portò all'allargamento dei domini indiano e birmano e all'estensione dei possedimenti in Oceania e in Sudafrica. La regina seguì sempre attentamente l'attività dei ministri ai quali chiedeva di conoscere preventivamente ogni misura governativa, senza per questo uscire dai limiti costituzionali. Esercitò anche occasionalmente una certa influenza sull'opposizione, specialmente nella Camera dei Lords, ottenendo in più di un'occasione un buon successo nell'evitare conflitti tra le due Camere.

Bibliografia

A. Cecil, Queen Victoria and Her Prime Ministers, Londra, 1953; L. Woodward, The Age of Reform, 1815-1870, Londra, 1962; E. Longfotd, Victoria R. I., Londra, 1964-66; K. Chesney, Anti-Society: An Account of the Victorian Underworld, Boston, 1970; J. F. C. Harrison, The Early Victorians, 1832-51, Londra, 1971; L. C. B. Seaman, Victorian England, Londra, 1973; A. Hardy, Queen Victoria was amused, Londra, 1977; E. Sitwell, La regina Vittoria, Milano, 1987.

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