Walpole, sir Robert, 1º cónte di Orford

statista inglese (Houghton 1676-Londra 1745). Capo riconosciuto del partito whig fu messo sotto accusa dal governo tory per peculato, espulso dai Comuni e inviato alla Torre di Londra. Subito liberato e rieletto ai Comuni, per i successivi anni fu all'opposizione (1711-14). Con la morte della regina Anna e la successione di Giorgio di Hannover, il partito whig tornò al potere per un lunghissimo periodo, avendo in Walpole il suo maggiore alfiere. Membro del Consiglio privato, divenne primo lord del Tesoro e cancelliere dello Scacchiere (1715) in un gabinetto che includeva C. Townshend, C. Sunderland e J. Stanhope, divenendone la figura più importante. Sbalzato dal potere Townshend a opera di Sunderland e Stanhope, Walpole lo seguì con immediate dimissioni, nonostante le pressioni del re, rimanendo fuori dal governo (1717-21), ma conservando intatto il proprio potere ai Comuni. Richiamato come Paymaster-General per la sua competenza finanziaria, il suo piano di risanamento del credito fu approvato e nel 1721 divenne praticamente primo ministro con la carica di primo lord del Tesoro e cancelliere dello Scacchiere, pressoché ininterrottamente fino al 1742. In questi 21 anni guidò le sorti dell'Inghilterra, tenendola quasi sempre in pace, coltivando l'amicizia della Francia, promuovendo la pace in Europa e cercando di espandere i rapporti con le colonie. In economia applicò i principi del libero commercio togliendo le imposte sulle importazioni di molte materie prime come su certe esportazioni. In rapporti cordiali con Giorgio I, ebbe maggiori problemi con Giorgio II che dapprima lo sostituì con S. Compton (1727), ma subito lo reintegrò alla guida del gabinetto. Si aprì un periodo difficile con un'opposizione crescente; il suo rifiuto a permettere il ritiro del Test Act (1736) gli fece perdere il favore dei Dissenters e sia in Scozia sia in Irlanda ci fu molta insoddisfazione. Tuttavia mantenne la sua posizione fino al 1737, alla morte della regina, sua grande sostenitrice. Benché sempre potente, la sua influenza cominciò a diminuire, finché nel 1739 acconsentì alla guerra con la Spagna. Nonostante la sua nuova politica, l'opposizione continuò e nel 1741 fu presentata una mozione per il suo ritiro, che fu sconfitta, ma che indebolì ulteriormente la sua posizione. Nel 1742 infine, un attacco portatogli da W.Pulteney e J. Carteret, appoggiati da T. Newcastle e S. Wilmington, gli fece dare le dimissioni da tutte le cariche. Nonostante questo, il re si valse ancora molto dei suoi consigli, tanto che un anno dopo appariva potente quasi quanto prima e le varie mozioni per incriminarlo per peculato caddero tutte. Sofferente di gotta particolarmente dal 1737, peggiorò e morì di tale male a Londra, dove si era recato dalla sua residenza di Houghton chiamato ancora una volta da Giorgio II. Nella sua casa di Houghton Hall, disegnata da C. Campbell e decorata da W. Kent, ospitò una straordinaria raccolta di quadri di scuola fiamminga (P. P. Rubens, A. Van Dyck), olandese (H. Rembrandt) e italiana del Cinquecento e Seicento. La raccolta fu acquistata nel 1779 da Caterina di Russia e costituì il primo nucleo del museo dell'Ermitage.

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