Williams, William Carlos

poeta statunitense (Rutherford, New Jersey, 1883-1963). Medico, curò per tutta la vita emigrati e operai di Paterson, città industriale divenuta simbolo centrale della sua opera maggiore, il poema Paterson (1946-63, ma iniziato nel 1927). Di padre inglese e madre portoricana, studiò anche in Europa; all'Università di Pennsylvania strinse amicizia con E. Pound (1902), con cui ha in comune il proposito di rinnovare il linguaggio della poesia. Per influsso di Pound, ma anche per il contatto diretto con l'avanguardia pittorica di New York, si avvicinò all'imagismo. Estrema economia di linguaggio, “chiarezza”, “precisione”, poesia fatta di cose, rifiuto della metrica tradizionale caratterizzano Spring and All (1923; Primavera e tutto). Evolutosi verso l'objectivism, tecnica basata su un montaggio di tipo cubista, nel Paterson crea l'epica degli oppressi, sovrapponendo in una visione simultanea presente e passato, esperienze singole e collettive, l'uomo e la città. Le cascate del Passaic costituiscono il “linguaggio comune”, il parlato americano che fornisce il ritmo interno del verso; prosa e poesia si alternano nell'intento di far ritrovare all'America una voce propria. La posizione antieliotiana di Williams, poeta dell'America, era già del resto evidente nei saggi di In the American Grain (1925; Nelle vene dell'America), tentativo riuscito di recuperare il passato americano in consapevole opposizione all'Europa, come pure in The Great American Novel (1924; Il grande romanzo americano), “antiromanzo” sulla necessità di un'arte americana. La Autobiography (1951) fornisce utili indicazioni autobiografiche e di poetica. Le poesie sono raccolte in diversi volumi (The Complete Collected Poems 1906-1938, 1938; Collected Earlier Poems, 1951; Collected Poems 1950-1962, 1962).

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