Winckelmann, Johann Joachim

storico dell'arte e archeologo tedesco (Stendal 1717-Trieste 1768). Studiò teologia a Halle e scienze naturali a Jena. Nel 1754, quando già maturava il suo interesse per l'antichità classica, si convertì al cattolicesimo per ottenere borse di studio a Roma. Ivi, fra il 1757 e il 1768, fu bibliotecario del segretario cardinalizio Archinto e del cardinale Albani, nonché sovrintendente alle antichità e funzionario della Biblioteca Vaticana. Divenne amico di letterati e artisti come A. Mengs e di personalità di primo piano della cultura europea. Tornando da Vienna in Italia, a Trieste fu assassinato per rapina. Lo si considera il fondatore dell'archeologia scientifica e il precursore dell'estetica di G. Lessing, F. Schiller e J. W. Goethe e del neoclassicismo del primo Ottocento. Egli operò una rivoluzione nell'immagine dell'antichità invalsa nel barocco e nel rococò, sostituì ai modelli della romanità quelli della grecità, avviando l'interpretazione idealistica dell'arte greca e indicando in essa l'incarnazione della pura bellezza. I suoi Gedanken über die Nachahmung der griechischen Werke (1755; Pensieri sull'imitazione delle opere greche) fondarono l'ellenofilia settecentesca, mentre lo studio diretto delle opere antiche, che Winckelmann allargò da Roma alla Campania e alla Sicilia, fu alla base di quel testo fondamentale per la storiografia dell'arte che è la Geschichte der Kunst des Altertums (1764; Storia dell'arte dell'antichità): in esso appare per la prima volta un disegno della storia dell'arte in senso moderno, come sviluppo ed evoluzione dello stile, interpretato secondo particolari categorie estetiche. Interessante è anche Abhandlung von der Fähigkeit der Empfindung des Schönen (1763; Trattato sulla capacità di sentire il bello).

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