Yazidi

(o Yezidi), sm. pl. Nome dei membri di una comunità religiosa curda il cui nucleo è sparso nel triangolo formato dalle città di Mosul (Iraq), Aleppo (Siria) e Diyarbakır (Turchia), con diramazioni che vanno sino all'Armenia (Jerevan) e alla Georgia (Tbilisi). La formazione di questa comunità, un tempo piuttosto grande e oggi ridotta a poco più di 50.000 persone, parrebbe la risposta culturale della nazione curda all'islamizzazione. Di fatto gli Yazidi, sulla cui origine non si sa quasi niente, sembrano assumere la religione islamica imposta dalla conquista araba, ma traggono proprio da essa gli elementi per una sua contestazione e per l'affermazione di un proprio “islamismo rovesciato”. Se non si trattasse di una comunità etnica oltre che religiosa si direbbe che il “rovesciamento” (o la contestazione) si svolge nei termini di una manifestazione mistica in antitesi al culto ufficiale; e in verità gli Yazidi hanno preso molto dal misticismo islamico (sufismo), ma quel che hanno preso non è da essi usato in funzione dialettica all'interno del corpo islamico, bensì per differenziarsi culturalmente dall'Islam. Gli scritti sacri degli Yazidi sono il Libro della Manifestazione e il Libro Nero: il primo in arabo e il secondo in curdo. La comunità si governa come una teocrazia. La salvezza consiste in un perfezionamento raggiungibile per mezzo di molte vite, ossia un lungo ciclo di reincarnazioni.

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