abbelliménto

Indice

Lessico

sm. [sec. XIII; da abbellire]. L'abbellire; ornamento; miglioria: lavori di abbellimento.

Musica

Si definiscono abbellimenti le note o i gruppi di note aggiunti, su indicazione dell'autore o per libero intervento dell'interprete sulla base di generalizzate convenzioni esecutive ed espressive, alla struttura fondamentale di una composizione allo scopo di ornarla e di variarla. L'uso degli abbellimenti è molto antico nella pratica musicale europea. Già documentato nel canto gregoriano, dove alcuni neumi (pressus, vinnula, quilisma, ecc.) indicavano particolari modi di esecuzione assimilabili agli abbellimenti, ebbe grande sviluppo nel periodo rinascimentale e barocco, quando all'interprete fu riconosciuto un margine singolarmente ampio di intervento sul testo predisposto dal compositore. Parallelamente si sviluppò un gran numero di segni convenzionali, diversi da nazione a nazione e spesso persino da autore ad autore, per indicare i vari abbellimenti. Tra i più importanti l'appoggiatura, il trillo, il mordente e il gruppetto. A partire dalla seconda metà del Settecento si nota nei compositori la tendenza a incorporare nella normale scrittura gli abbellimenti precedentemente indicati con segni convenzionali e, dalla fine del secolo, una sempre più decisa resistenza alla libertà di intervento dell'interprete sul testo musicale. Questi fattori portarono a una radicale limitazione dell'uso degli abbellimenti nella pratica musicale moderna e contemporanea.

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