accessibilità

sf. [dal latino tardo accessibilítas-ātis]. L'essere accessibile. § In urbanistica, elemento fondamentale per il funzionamento e lo sviluppo delle attrezzature urbane e territoriali. L'origine stessa delle città è legata alla individuazione dei punti di massima accessibilità, all'incrocio di carovaniere, lungo i fiumi navigabili, sul mare (uno dei geroglifici egizi per indicare la città è formato da una croce in un cerchio, interpretabile come un incrocio racchiuso da mura). La formazione delle grandi concentrazioni urbane e industriali dei sec. XIX e XX è legata al grado di accessibilità garantito ai nuclei centrali dallo sviluppo dei sistemi infrastrutturali interni alle aree in oggetto. L'intensificazione e la diffusione di tali sistemi giustificano, con l'ampliamento delle aree di massima accessibilità, la formazione delle moderne aree metropolitane. La costruzione delle reti stradali e ferroviarie può alterare radicalmente le condizioni originarie di accessibilità. § Il termine accessibilità è entrato sempre più nell'uso corrente di molteplici settori disciplinari e operativi (scienze sociali, economia, geografia, trasporti, servizi urbani, ecc.) e in ciascuno di questi se ne forniscono definizioni diverse, sia pur simili dal punto di vista concettuale. La questione dell'accessibilità investe sostanzialmente due aspetti. Il primo attiene all'assetto sociale, vale a dire agli impedimenti di carattere culturale, attitudinale, burocratico, alle difficoltà relative a differenti condizioni di ceto, censo, lingua, età, scelta politica e religiosa, che si interpongono tra un punto e un individuo o un gruppo di individui che aspirano a raggiungerlo. Il secondo aspetto concerne le distanze di percorso, barriere naturali, mezzi e sistemi di comunicazione, bisogni di mobilità individuali e collettivi. L'accessibilità fisica può essere definita in termini di valutazione, entro un determinato spazio geografico, di situazioni che prevedono, da una parte, l'offerta di particolari benefici, opportunità, servizi e, dall'altra, l'effettiva possibilità di fruizione di questi; allo stesso modo, come capacità di un sistema di trasporti a garantire l'economicità, la celerità, la frequenza e la sicurezza dei collegamenti tra luoghi diversi. L'accessibilità può avere la valenza di indicatore in grado di esprimere il livello di organizzazione dei flussi di diverso tipo che hanno origine nello spazio geografico. Essa può essere misurata in termini di distanza geodetica, matematica (in base alla teoria connessa alle proprietà dei diagrammi topologici conosciuti come grafi, i quali possono essere disegnati per rappresentare differenti tipi di reti geografiche, specialmente quelle dei trasporti), di tragitto, tempo, costo.

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